Athina Covassi è terza Valentina Mio è miss Cinema

dall'inviato
Gian Paolo Polesini
SALSOMAGGIORE.
SALSOMAGGIORE.
Athina e Valentina. Una carnica, l’altra pordenonese. Entrambe, in modi diversi, hanno
attraversato
Miss Italia lasciando segni. Come non succedeva da anni. La timida Covassi, made in Ovaro, con il suo visino di estrema sintesi, che «piace alle mamme» (così ha riepilogato il pensiero Sergio Cielo, patron Miluna, che l’ha fortissimamente voluta come testimonial), pulito e rassicurante, senza farsi troppo notare, ha conquistato un po’ tutti, giurati e sponsor, fino a far parte dell’ambita lista delle favorite. Nessuna friulana in anni recenti era mai salita nell’Olimpo delle papabili. La rivincita della semplicità in un’era che impone la femmina-tigre. Athina è una ragazza di poche parole, orgogliosa di appartenere alle genti di montagna, e, quindi, poco propensa a finire sotto i fari per la ben nota riservatezza. Eppure le sue titubanze si sono rivelate in qualche modo autentiche, tanto da far ritornare la voglia di donna-donna del recente passato.
La più apparentemente determinata Mio, made in Porcia, si è presa la scena grazie alla sua fisicità prorompente. Il presidente della giuria tecnica Enrico Lucherini, uno che il cinema lo possiede davvero, si è artisticamente invaghito di lei. Lottando coi denti affinchè il gotha lo aiutasse a incoronarla. E alla fine c’è riuscito per un soffio.
Infatti dalle Alpi alle piramidi, il titolo scende in Sicilia. E la corona si posa sul capo della catanese Miriam Leone, 23 anni, eletta anche Miss Cinema. Ma questa fascia, per una sorta di incompatibilità, passa alla seconda, la pordenonese Valentina Mio, appunto, che, tra l'altro, nel concorso principale è arrivata tra le prime dieci.
Fantastico anche il terzo posto assoluto di Athina Covassi, la diciottenne di Ovaro. Da 17 anni una friulana non arrivava così in alto, dopo il secondo posto della sacilese Zaghet nel ’91. Con la sua semplicità se le è mangiate tutte, selezione dopo selezione. L’ovarese Athina è una razionale e - forse - non aveva proprio previsto di salire sin lassù, al terzo posto. Ma il pubblico del PalaCotonella fischia per la sua eliminazione. Sembra strano a dirsi, ma la ragazza aveva il terrore di vincere, rivela mamma Covassi. Arrivare tra le prime sì, ma sedersi sul trono proprio no.
Miss
Messaggero Veneto
Valentina Mio, diciottenne made in Porcia, non solo è finita fra le prime dieci d’Italia, è arrivata pure seconda a Miss Cinema, battuta soltanto da una specie di fenomeno da palcoscenico qual è la siciliana Miriam Leone. Ma il regolamento non prevede il cumulo di titoli e così la Leone, appena eletta Miss Italia in un testa a testa con l’altra catanese Marianna Di Martino De Cecco, ha dovuto cedere la fascia di Miss Cinema alla Mio. Un trionfo friulano come non mai.
E sia. La televisione ci ha consegnato il prototipo di bellezza 2008, sfruttando un sistema logoro di una ventina d’anni. Finalissima a parte. Almeno brandelli di show ieri sera si sono visti. Allora si può fare? Raiuno non ha la scioltezza della sperimentazione e quando osa lo fa scimmiottando Mediaset. Miss Italia è intoccabile come una donna coi baffi e sciancata. Perchè mai? Non sarà mica vilipendio al simbolo equiparare ai tempi un glorioso concorso? Proprio nella stagione sociale più fertile ai ritocchi.
Si cambia i connotati la commessa - una martellata qui e una pompata là - e non può aggiornarsi una
signora
di sessantanove anni? Così tante primavere ha l’esibizione della giovane natura femminile del Bel Paese. Nel settantennio s’imporrebbe la svolta. Per accontentare chi contribuisce con una piccola, ma significativa somma, alla lussuosa sussistenza della tv di Stato. Carlo “Kunta” Conti, bollato così per l’eccessiva abbronzatura, è tornato per sanare i danni dei vecchietti terribili - Bongiorno-Goggi - che poi, pur con i loro capricci, hanno dato più punti di share alla causa governativa.
Oltre al Lato b e a quello V (la verginità), entrambi invenzioni stilistiche di Guillermo Mariotto, c’è il Lato D, la debolezza. Non delle miss, anzi. Quest’anno se ne sono viste di gran belle figliole e in tutta la loro longitudine e latitudine. Forse il miglior plotone di cento mai visto. La spaccatura sta nel gestirle al meglio. E ripiombiamo nel dolore. Quattro serate, signori miei, fanno il paio con l’eternità. Già la dovremo sopportare nell’aldilà, evitatecela nell’aldiqua. Due bastano e avanzano. Il momento c’impone velocità tecnologica e d’intenti. Viviamo l’attimo, per la miseria.
E i genitori? Ha ancora un senso nel terzo millennio far mettere la faccia a mamma e papà? Ovviamente imbranati, emozionati, sudati, capaci solo di dire sei il mio orgoglio, ti voglio bene, anche se va male noi siamo qui... E che dovrebbero dire ’sti poveracci? Questo. Non certo torna a casa e dopo ti facciamo nera di legnate. Ma è anti-tv. Resiste soltanto
C’è posta per te
perchè preparano tutto prima.
Ci vuole uno show agile, curioso, che finisca possibilmente a mezzanotte in punto, al massimo dei massimi. Meglio se alle 23.30. Facile, basterebbe togliere il giochino preserale, per un paio di giorni nessuno s’ammazza anche se si perde la
Botola
. Come ieri, e ci pare non ci siano stati suicidi collettivi. Al tirar delle somme questo umilmente chiediamo.
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