Assolto per l’ultraleggero incidentato e rivenduto
La tormentata vendita di un’aereo ultraleggero, nel frattempo passato di mano “a pezzi” dopo un incidente in pista, è finita in tribunale, dove il direttore tecnico di cantieri edili Domenico Fabiano, 54 anni, di Pordenone, è stato assolto perché il fatto non sussiste dalle accuse di falsità in scrittura privata e tentata truffa.
Oggetto del contendere un Impulse 100, ultraleggero di un commercialista di Bergamo, messo in vendita su internet per 68 mila euro. Secondo l’accusa, Fabiano avrebbe celato lo stato di insolvenza inducendo il commercialista a cederglielo, intestandolo a una donna di Bergamo (risultata estranea) e falsificando la firma nel contratto di compravendita. Fabiano avrebbe anticipato 25 mila euro, senza procedere al saldo.
Nel corso del dibattimento è invece emerso che l’aereo presentava malfunzionamenti e che il pordenonese intendeva recedere dall’acquisto. La donna “acquirente” era andata sì dal commercialista, ma per una cessione di quote di una società. I suoi dati, quindi, erano in possesso del professionista bergamasco.
Quando si era vista recapitare le carte dell’affare-aereo, pensava si trattasse di un acquisto di modellini compiuto dai nipoti. A monte della vicenda, insomma, vi erano dissidi tra il pordenonese e il commercialista.
L’aereo, tra l’altro, attualmente è intestato alla figlia di Fabiano, pur avendolo ripreso il commercialista. Trasferito dalla Comina, lo aveva portato a Codognè dove, in fase di decollo, aveva subito pure un incidente. Nel frattempo è stato rivenduto a terzi, a pezzi.
Il pm aveva chiesto la condanna di Fabiano a 2 anni tre mesi e 2.600 euro di multa; la difesa, sostenuta dall’avvocato Paolo Dell’Agnolo, l’assoluzione.
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