Associazioni via da Villa Carinzia Gli sfratti destinati ad aumentare
Nessuna associazione ha smobilitato dai locali di Villa Carinzia nonostante l’intimazione telefonica dell’ufficio tecnico dell’Azienda sanitaria a farlo entro oggi. L’altra sera si sono incontrati i vertici dei sodalizi ospitati mentre l’amministrazione comunale sta cercando una via di uscita.
La lista degli sfrattati, peraltro, potrebbe allungarsi presto in quanto l’Azienda sanitaria, come emerso ieri nel corso dell’incontro tra i suoi tecnici, l’assessore regionale alla salute e i vertici del Comune di Pordenone, avrebbe nel mirino le locazioni, anche in comodato, che generano spese. Una fermezza che ha portato Riccardo Riccardi a rivolgere una battuta al dg dell’Asfo Joseph Polimeni: «Il tuo predecessore era ecumenico».
Lunedì l’ufficio tecnico dell’Azienda sanitaria aveva chiamato i vertici Anioc – l’associazione che riunisce gli insigniti dal presidente della Repubblica – e intimato di sgomberare la stanza entro oggi. Altrimenti ci avrebbe pensato una ditta, con addebito delle spese.
«Mettetelo per iscritto», era stata la replica. Sino a ieri mattina non era pervenuta.
Il contratto di locazione all’Anioc – in coabitazione con Csv, Domus Naonis e Maestri del lavoro – scadeva il 31 dicembre 2021. L’Azienda sanitaria ha ereditato l’immobile ex Provincia dalla Regione. L’Asfo ha deciso di accelerare. Il 21 luglio la prima lettera: aule e uffici del centro di formazione sarebbero incompatibili con la presenza di realtà associative. Pertanto, scriveva l’Asfo, occorre rilasciare i locali entro il 30 settembre.
La data è però slittata in quanto il contratto prevedeva il preavviso, in caso di disdetta anticipata, di tre e non due mesi. L’8 ottobre la seconda comunicazione: «Si conferma l’intimazione al rilascio dei locali». Lunedì la telefonata dell’ufficio tecnico Asfo all’Anioc.
L’altra sera l’incontro dei vertici dei sodalizi per capire cosa fare, in vista dello sfratto. All’ordine obbediranno, ciò che non è piaciuto è stato il trattamento ricevuto. Tanto che era stato lo stesso assessore comunale al patrimonio Walter De Bortoli a sbottare: «In Friuli non siamo abituati ad agire in questo modo: non si trattano così volontari di autorevoli associazioni».
L’assessore De Bortoli si farà portavoce in Regione di questo caso. «Al momento non ci sono gradi sbocchi – ha detto – ma contiamo in una ricognizione dei locali tra il patrimonio disponibile della Regione. Vede – conclude De Bortoli – io sono italiano nato in Libia e a maggior ragione e vedere trattati così sodalizi che sono il baluardo della nostra italianità mi fa ancora più male». —
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