Asilo nido di Taiedo a rischio chiusura «Forse il Comune poteva fare di più»
CHIONS. Potrebbe avere risvolti legali, la vicenda dell’asilo nido di Taiedo di Chions, struttura di proprietà del Comune gestita dalla cooperativa Melarancia. Le famiglie dei sei bambini attualmente iscritti approfondiranno la questione con un avvocato, al fine di valutare se all’amministrazione guidata dal sindaco Renato Santin sia ascrivibile qualche mancanza perseguibile dalla legge. Il dato di fatto, allo stato attuale, è che il municipio intende affidare la gestione dell’asilo attraverso una gara d’appalto: il rischio è che la scuola non riapra, visto che ad oggi non ha raggiunto le dieci iscrizioni, soglia minima prevista dalle normative. Secondo i genitori, però, il Comune non avrebbe fatto la propria parte: per questo, le famiglie – che stanno pensando anche di avviare una raccolta firme per sensibilizzare la popolazione e arrivare a nuove preiscrizioni – sono intenzionate a chiedere al municipio un impegno concreto. Ovvero, nel caso in cui il nido di Taiedo non riaprisse, mamme e papà vogliono che il Comune li aiuti a trovare una sistemazione per i figli e che, inoltre, contribuisca al pagamento delle rette. Intanto, ieri mattina le famiglie si sono viste recapitare a casa la lettera con la quale l’amministrazione Santin illustra lo stato dell’arte. «Troppo tardi – dice Elena Zamparo, portavoce dei genitori – e, aspetto più importante, nessuna soluzione all’orizzonte. Il sindaco non ci ha mai voluto ricevere: quando ci siamo presentati in municipio o non ci hanno fatto entrare nel suo ufficio o non c’era, nonostante si trattasse di orario di ricevimento dei cittadini».
«Due mamme ci hanno contattato dopo una nostra presa di posizione su Facebook – aggiunge –. Ci hanno detto di aver chiamato il Comune chiedendo informazioni per pre iscrivere i figli all’asilo di Taiedo: gli uffici avrebbero detto loro che non era certa la prosecuzione del servizio. Perché? Se in poche ore si sono fatti avanti due genitori, quanti effettivamente avrebbero voluto scegliere tale struttura e, di fronte alle parole del municipio, hanno cambiato decisione? È tutto poco chiaro: vogliamo spiegazioni, il prima possibile».
Zamparo analizza inoltre i disagi cui vanno incontro le famiglie. «L’unica soluzione che abbiamo all’orizzonte è portare i figli negli asili gestiti da Melarancia a Pordenone e Maniago, ma questo per buona parte di noi comporterebbe disagi importanti, senza contare i costi aggiuntivi». Infine, vengono evidenziati i possibili problemi di adattamento cui andrebbero incontro i bambini, di età compresa fra 0 e 3 anni. —
M.P.
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