Arriva il kit per scoprire se il figlio si droga
Anche a Pordenone si può ordinare nelle farmacie: la prima richiesta è stata inoltrata in via Montereale
Lo si può avere su ordinazione. Il kit che consente di individuare tracce di stupefacenti nelle urine e nella saliva, è arrivato anche a Pordenone, ma le farmacie non lo tengono abitualmente in negozio. Nei rari casi in cui viene richiesto, sono i genitori (le mamme) a farsi avanti. Vogliono sapere se i dubbi sul comportamento dei propri figli sono giustificati. E per togliersi questi dubbi spendono anche 35-40 euro. Ma per le farmacie non si preannunciano grandi affari, così come già avvenuto per l’alcol test. «A noi è capitato un caso – raccontano alla farmacia comunale di via Montereale – Una mamma che ha richiesto il kit da 25 euro per verificare se il figlio assumesse sostanze stupefacenti. Glielo abbiamo fatto avere su ordinazione». Di casi come questi le farmacie di Pordenone ne registrano, per ora, pochi e tutte sembrano orientate, in ogni caso, a non tenere il prodotto in negozio: «Non c’è richiesta – dicono alla farmacia Paludo – e ce n’è poca pure per l’etiltest, che pure costa 1,90 euro». Il test per verificare la presenza di droga viene attualmente commercializzato in quattro forme diverse: tre capaci di rilevare le tracce di droghe nelle urine e uno attraverso la saliva. I primi tre tipi possono individuare contemporaneamente cinque sostanze stupefacenti, cocaina, amfetamina, ecstasy, marijuana (e hashish) e oppiacei (come eroina o morfina), mentre con il secondo sistema è possibile rintracciare anche il crack. La ricerca attraverso le urine funziona come un test di gravidanza e quindi bagnando o immergendo le strisce contenute nella confezione compaiono righe colorate che indicano il risultato. Questo sistema viene prodotto in tre diverse soluzioni (per la ricerca di una, tre o cinque sostanze stupefacenti): il suo costo va da 12 euro fino a 29,90. Più costoso invece il dispositivo che utilizza la saliva (36 euro) costituito da uno stick con all’apice una spugnetta che va tenuta in bocca per circa 3 minuti, trascorsi i quali va riposto in un astuccio a contatto con alcuni reagenti: dieci minuti più tardi è visibile l’esito. «Non ci è ancora stato richiesto – dicono alla farmacia Madonna delle Grazie – e comunque preferiamo non tenerlo in farmacia perché ha un costo elevato per cui conviene ordinarlo in caso di necessità». Stessa scelta nelle farmacie Zardo, Kossler, Rimondi, Borsatti, dove anche l’alcoltest sembra ormai un’abitudine lontana. «Qualche richiesta c’è stata in passato – raccontano i farmacisti – ma passata la novità le richieste sono molte di meno e si rischia anche che i prodotti tenuti in negozio scadano». Nel caso del droga test manca anche la conoscenza tra le persone e «diventa più difficile da utilizzare perché presuppone che un genitore – spiegano i farmacisti – obblighi il figlio a sottoporsi alla prova». Il rischio è che quello che potrebbe essere un dispositivo di sicurezza, diventi in realtà un modo per estorcere una confessione ai figli. «E poi comunque – dicono i farmacisti – c’è anche la difficoltà da parte dei genitori di venire a chiedere una cosa di questo tipo in farmacia. Se uno domanda il palloncino per fare la prova dell’alcol viene considerato previdente perché verifica il suo stato prima di mettersi alla guida. Se una persona invece chiede un test per verificare la presenza di stupefacenti è chiaro che si pensa che venga a prenderlo per un’altra persona. Una persona che ha dei problemi di dipendenza».
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