Arrestato il mago delle maxi-truffe

Buchi per 2 milioni e raggiri: fermato a Lubiana Paolo Trevisan Prima bar e albergo a Tavisio, poi la truffa da seicentomila euro
Di Anna Rosso

Ha messo a segno truffe per anni in tutto il Friuli Venezia Giulia, da Tarvisio a Trieste. Ha lasciato buchi finanziari da milioni di euro. E molte persone stanno ancora aspettando la restituzione dei soldi che gli avevano affidato con la speranza di fare qualche affare.

Paolo Trevisan, sessanta anni, originario di San Vito al Tagliamento e residente per molto tempo a Tavagnacco è stato arrestato mercoledì a Lubiana dai carabinieri del Nucleo investigativo di Udine, come ha spiegato ieri in conferenza stampa il maggiore Roberto Scalabrin. Deve scontare una pena di sette anni e quattro mesi di reclusione per truffa aggravata, reati in materia finanziaria - bancarotta fraudolenta commessa in Friuli tra il 1999 e il 2004 - e altro (lesioni personali e ingiurie).

«Arrestandolo gli abbiamo quasi salvato la vita - ha sottolineato l’ufficiale dell’Arma - perché si trovava in una casa presa in affitto in precarie condizioni di salute, tanto che ora è ricoverato (e piantonato) all’ospedale della capitale slovena».

L’attività dei militari friulani é stata effettuata - in collaborazione con Ros, Interpol, Ministero dell’Interno e anche con il centro di cooperazione internazionale di Thorl Maglern e la polizia della Slovenia e della Carinzia - sulla base di un mandato di arresto europeo richiesto dal procuratore aggiunto di Udine Raffaele Tito.

A Tarvisio Paolo Trevisan aveva gestito alla fine degli anni Novanta un albergo e un bar, lasciando poi un ammanco da quasi due milioni di euro. Mentre a Trieste, dove operava attraverso l’azienda “Euro-art” attiva nel settore edile ed immobiliare - ha messo a segno un raggiro da circa seicentomila euro ai danni di una donna. «L’imprenditore friulano - ha sottolineato il maggiore Scalabrin - nel corso del tempo ha subìto diverse condanne per vicende finanziarie connesse alle sue attività che, in più occasioni, sono sfociate in vere e proprie truffe messe a segno essenzialmente in due modi. In alcuni casi ha aperto locali che poi sono falliti e lui è sparito lasciando enormi buchi finanziari. Oppure, come è accaduto con la signora triestina, prometteva mari e monti a qualche malcapitato, salvo poi andarsene via con il denaro e magari anche con qualche proprietà intestata. Nel caso in questione l’interessata gli aveva ceduto un terreno su cui c’era un’abitazione per un valore stimato di circa seicentomila euro. Lui aveva detto che avrebbe realizzato villette nuove e ne avrebbe poi ceduta una a lei come corrispettivo del valore della terra e del vecchio immobile». Ma nulla di ciò si è poi realizzato.

Ricercato dal 2012, Paolo Trevisan ultimamente, stando alle notizie raccolte dagli inquirenti, si era mosso tra Carinzia e Slovenia e, sebbene quasi bloccato a casa dai suoi gravi problemi di salute, non ha mai smesso di cercare di mettere in piedi qualche affare, nè di gestire flussi di denaro, il tutto attraverso computer e telefono. «È stato necessario un impegno costante di numerosi reparti - ha concluso il comandante - per portare a termine questa operazione senza la quale il procedimento giudiziario sarebbe rimasto di fatto come in sospeso».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto