«Arlecchino? Diverrà il mio cognome»

Claudia Contin, interprete per eccellenza della maschera, sta concludendo le pratiche per modificare la carta d’identità
Di Stefano Polzot

Universalmente conosciuta come la migliore interprete della maschera per eccellenza della commedia dell’arte, l’attrice pordenonese Claudia Contin spesso si trova in difficoltà all’estero - in aeroporto o negli alberghi - dove, a differenza del suo passaporto, spesso è registrata non solo col nome e cognome di nascita, ma con l’aggiunta di Arlecchino che l’ha resa celebre e al tempo stesso ha onorato. Così per problemi burocratici ma soprattutto perché quella maschera è diventata parte di sè, non un mero appellativo artistico, la Contin ha deciso di chiedere ufficialmente la modifica del proprio cognome da Contin a Contin Arlecchino.

L’istanza, frutto del lavoro di un anno, è stata formalmente depositata in Prefettura che l’ha accolta. Ora il decreto per il cambio di cognome è stato affisso agli albi pretori di Montereale Valcellina, luogo di nascita, e Pordenone, città di residenza, dove rimarrà fino a fine aprile. Conclusa questa procedura ci vorranno circa 8 mesi perché finalmente, nel passaporto e nella carta d’identità, Contin non sarà più un cognome “solitario” ma accompagnato dal colorato ed effervescente termine di Arlecchino.

Una maschera che l’artista, prima donna a interpretare con continuità, fin dal 1987, il ruolo maschile di Arlecchino, ha saputo rendere sui palcoscenici con tutte le sue sfumature. Formatasi a Bologna e Venezia, con Ferruccio Merisi ha fondato a Pordenone la Scuola sperimentale dell’attore e ideato la manifestazione Arlecchino errante diventata una delle eccellenze del territorio. L’attrice, che ha vestito i panni dell’Arlecchino in tutto il mondo, dalla Cina alla Siberia fino all’India, si dedica anche all’arte figurativa (pittura e scultura) segno di uno spirito ecclettico.

«Quando mi reco all’estero - racconta - ho spesso problemi per un passaporto che non riporta integralmente quello che è ormai il mio nome, con il quale sono conosciuta. Con Arlecchino convivo ormai da trent’anni, ma non la trovo una forzatura, anzi è parte di me perché in qualche modo mi ritengo completata da una maschera che non è solo un personaggio centrale della commedia dell’arte, ma un archetipo, un modo attraverso il quale, in maniera antropologica, leggere pregi e difetti della società». Avendo il pittore austriaco Egon Schiele come ispiratore, la Contin sta avendo successi e riconoscimenti anche con le sue esposizioni grafiche e di scultura.

«Sono felicissima - conclude - che Arlecchino non sia più solo un simbolo, così come mi fa piacere che questo sia considerato un orgoglio per la nostra città». Un orgoglio e una peculiarità visto che per la prima volta la maschera si affianca, in tutti i momenti della vita, a chi la interpreta.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto