Approdo “abusivo”, al via il processo Belfanti

PRATA. L’imbarcadero realizzato sulle sponde del Meduna, a Prata, mette nei guai l’ex sindaco, il responsabile unico della procedura di progettazione dell’opera e il responsabile dell’ufficio conservazione del patrimonio del Comune. Sono accusati, a vario titolo, di invasione di terreni e deturpamento di cose altrui.
Il processo, davanti al giudice del tribunale di Pordenone Monica Biasutti, è cominciato ieri con l’udienza filtro nella quale si è proceduto all’ammissione delle prove e alla formazione della lista dei testimoni.
Gli imputati sono l’ex sindaco di Prata Nerio Belfanti, 60 anni, il responsabile unico di progettazione dell’opera Giovanni Marcuzzo, 47 anni, di Prata, e l’addetto all’ufficio conservazione del patrimonio comunale Mario Sartor, 51 anni, di Meduno.
I primi due, in qualità appunto di sindaco pro tempore e committente dell’opera (l’ipotesi di reato contestata viene datata 25 febbraio 2008) e di responsabile unico della procedura di progettazione dell’opera, sono accusati di invasione di terreni.
Il reato sarebbe stato commesso nella realizzazione dell’approdo sulla riva destra del fiume Meduna, a valle del “Ponte di ferro”. Quell’area spondale, ovvero 1.500 metri quadrati di terreno, secondo il capo di imputazione, appartenente al demanio, sarebbe stata invasa e occupata, in assenza di una concessione.
Il secondo capo di imputazione, invece, riguarda l’ex primo cittadino e Mario Sartor. In cooperazione, sostiene l’accusa, il primo in qualità di sindaco, il secondo quale addetto all’ufficio conservazione del patrimonio comunale, in assenza della prescritta autorizzazione idraulica, avrebbero realizzato nell’alveo del Meduna le opere di manutenzione dell’area circostante l’approdo.
Tali lavori, recita il capo di imputazione, sarebbero consistiti nel riporto e livellamento del materiale sabbioso depositato dalle piene del fiume sul piazzale attiguo l’approdo; nello spianamento della sottobanca in prossimità della strada di accesso all’approdo; nel livellamento della banchina e dell’area d’attracco. I lavori, ancora il capo di imputazione, in un arco temporale compreso tra il 27 aprile e il 15 ottobre 2009, sarebbero stati eseguiti in assenza del permesso dell’autorità amministrativa.
L’indagine era stata condotta dal corpo forestale della Regione.
Come detto, nel corso dell’udienza filtro di ieri sono stati vagliati i documenti d’indagine e la lista dei testimoni.
L’udienza è stata rinviata a febbraio del prossimo anno quando si entrerà nel merito delle contestazioni.
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