Appello per i marò al raduno dei bersaglieri

PORDENONE. Bandiere tricolore e cappelli piumati hanno invaso Fiume Veneto ieri in occasione del raduno provinciale dei bersaglieri. L’evento, organizzato dalla sezione fiumana per commemorare il decimo anniversario dalla posa del monumento al bersagliere, ha dato modo non solo di celebrare la gloriosa storia del gruppo d’arma – ancor oggi attivo in missioni di pace all’estero –, ma anche di lanciare un appello per la liberazione dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, detenuti in India da due anni in attesa di essere processati per la morte di due pescatori locali.
«Riportiamoli a casa» ha rimarcato tra gli applausi nel suo intervento il presidente della Provincia Alessandro Ciriani, cui si è unito anche il presidente regionale dei bersaglieri Giuseppe Iacca. La festa dei fanti piumati è cominciata con la sveglia alla città sulle note delle tipiche melodie bersaglieresche eseguite dalla fanfara di Ceggia.
Dopo l’ammassamento e la cerimonia dell'alzabandiera nei pressi del municipio, l’omaggio ai tre monumenti cittadini posati in memoria dei caduti della prima guerra mondiale, degli alpini e dei fanti piumati. Molte le sezioni bersaglieri presenti, provenienti non solo dalla provincia di Pordenone ma da tutto il Fvg e dal Veneto.
A sfilare in corteo, assieme a labari e gonfaloni, rappresentanti di altre associazioni d’arma e autorità civili, tra cui l’assessore regionale alle autonomie locali Paolo Panontin e il sindaco di Fiume Veneto Christian Vaccher, che ha festeggiato con i bersaglieri il giorno del proprio compleanno.
E’ intervenuto per un saluto anche Eugenio Dessì, comandante dell'11° reggimento bersaglieri insediato alla caserma Leccis di Orcenico.
«Indossiamo con orgoglio la divisa di un corpo che è stato tra i primi artefici dell'unità d'Italia», hanno ricordato i fanti piumati, esaltati dal presidente Ciriani per i valori di senso del dovere e rispetto verso la patria di cui sono portatori. Conclusi i discorsi di rito, la giornata è proseguita con la messa, il pranzo “cremisi” e l'esibizione in concerto della fanfara di Ceggia.
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