Appalto sanità, le coop: nulla da temere

UDINE. Compiaciuti per aver vinto la gara. E tranquilli rispetto all’azione degli inquirenti. È la sintesi dello stato d’animo dei vertici di Idealservice, la cooperativa capofila nell’Ati – associazione temporanea d’impresa – vincente nel mega-appalto per la sanità da oltre 86 milioni. Una gara sulla quale è stato aperto un fascicolo dal procuratore aggiunto di Udine, Raffaele Tito, e cui stanno lavorando i carabinieri del Nucleo investigativo del capoluogo friulano, guidati da Fabio Pasquariello.
L’“appaltone” è stato bandito nel dicembre 2010, diviso in due lotti – uno da quasi 61 milioni e uno da oltre 25 – e ora è nella fase di aggiudicazione provvisoria, ma la graduatoria è definitiva. In entrambe le “porzioni” prima è l’Ati tra le friulane Idealservice e Minerva e dall’altoatesina Markas. A nome di Idealservice a parlare è l’avvocato Roberto Paviotti, legale che segue la cooperativa nelle gare d’appalto. Legale che fa sapere come la cooperativa sia assolutamente soddisfatta per essersi aggiudicata l’appalto, del tutto serena rispetto a ogni polemica e sempre rispettosa dell’operato della magistratura. Nulla più. Anche perché nel fascicolo aperto da Tito al momento non compare alcun indagato nè ipotesi di reato.
L’indagine ruota attorno ad alcuni elementi. Sarà, ad esempio, esaminato il valore tecnico delle offerte, cioè la qualità dei progetti, quella determinata dalla commissione composta da cinque tecnici e che ha permesso al gruppo Idealservice, Minerva e Markas di sbaragliare la concorrenza. Altra attività degli inquirenti sarà la comparazione tra la gara del 2007 indetta per meno ospedali e Aziende – e quindi con un valore minore –, ma per lo stesso servizio rispetto all’attuale. A indire il bando nel 2007 fu il Csc – Centro servizi condivisi chiuso dalla Regione a metà 2009 e sostituito dal Dsc – e allora l’amministratore unico era Paolo Bordon che non è coinvolto nelle indagini, ma che proprio per il suo ex ruolo è stato sentito dai carabinieri.
Quello del 2007 fu un appalto di circa 30 milioni e richiedeva il servizio integrato di pulizie e sanificazione negli ospedali e nelle Aziende sanitarie del Medio e dell’Alto Friuli, del pordenonese, di Gorizia e Monfalcone, del Cro di Aviano e del Burlo Garofolo di Trieste. Anche con attestazioni quella gara venne presa a modello perché coinvolse i direttori generali della Aziende e le organizzazioni sindacali concordando le modalità del bando e indicando la necessità di uniformare il livello di servizio.
Un percorso che sul metodo fu diverso dall’attuale, dove invece non c’è stato coinvolgimento dei direttori generali o dei sindacati. Tra il 2007 e il 2010, inoltre, è cambiata anche la composizione delle Ati, perché nel 2007 l’appalto venne assegnato alla “cordata” formata da Idealservice e Minerva con un’altra friulana, la Gsa. Che questa volta, però, ha partecipato alla gara con un’altra coop – il colosso Dussmann – è arrivata seconda nel lotto da quasi 61 milioni e annuncia ricorso al Tar Fvg. Al posto di Gsa nell’Ati vincitrice è entrata Markas, peraltro già presente all’interno del “Santa Maria della Misericordia”.
I carabinieri stanno raccogliendo “sommarie informazioni testimoniali” tra alcune delle persone ritenute in qualche modo al corrente della vicenda, ma nessuna è coinvolta nelle indagini. Nei giorni scorsi sono stati convocati in caserma il consigliere regionale del Pdl Massimo Blasoni che è vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio Fvg, ma anche Sergio Bini, presidente di Euro&Promos che ha partecipato alla gara in Ati con Coopservice. E nei prossimi giorni le audizioni continueranno.
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