Api e bandiere contro gli Ogm

UDINE. Hanno scritto “No Ogm” con tanti semi sparsi per terra. Lì vicino hanno appoggiato in bella mostra un’arnia, il contenitore delle api, come simbolo della biodiversità da tutelare. E poi hanno sventolato le loro bandiere. Una quarantina di persone, in rappresentanza di 15 associazioni, si è presentata ieri mattina davanti al palazzo della Regione di via Sabbadini per protestare contro la semina di piante geneticamente modificate.
I pericoli «Sono altissime le probabilità e quindi i pericoli della contaminazione accidentale», hanno denunciato schierandosi sul cortile interno del palazzo regionale. Luogo simbolo di quel potere che, secondo i manifestanti, non ha fatto nulla per bloccare la semina Ogm fatta a Vivaro e Mereto di Tomba dall’agricoltore “eretico” Giorgio Fidenato. «Non si capisce che si sta mettendo a rischio la biodiversità», ha denunciato Cristina Micheloni, dell’Associazione italiana agricoltura biologica (Aiab), diffondendo le statistiche pubblicate da un’università canadese secondo cui il numero delle api si sia ridotto fino al 90 per cento nei campi coltivati con colza geneticamente modificata.
Non solo api «Non solo per la tutela della biodiversità e delle specificità del territorio, la Coldiretti si è schierata contro gli Ogm anche per ragioni economiche», ha sottolineato Rosanna Clocchiatti, la presidente udinese dell’associazione che rappresenta il 66 per cento degli agricoltori in tutto il Friuli Venezia Giulia. Per la tipicità delle produzioni nostrane e contro le multinazionali che producono i semi transgenici si sono schierati anche Roberto Pizzutti del Wwf, i rappresentanti di Slow Food e di Aprobio ed Emilio Gottardo. Quest’ultimo, bandiera di Legambiente sulle spalle, ha annunciato per la prossima settimana, mercoledì 26 alle 18 (probabilmente a Palazzo Marpurgo), un incontro pubblico sui rischi dell’Ogm.
E la politica? Presenti alla manifestazione anche rappresentanti locali del MoVimento 5 Stelle e il capogruppo del Pd, Cristiano Sharuli, che ha ribadito la posizione contraria agli Ogm della giunta: «Ci battiamo contro la massificazione della produzione». Una posizione che sembra unire gran parte degli schieramenti politici, come dimostra la legge regionale dell’8 aprile 2011 in materia. Ma, in attesa della sentenza di probabile assoluzione per Fidenato prevista per l’8 luglio, questa norma non può essere applicata perché in conflitto con le direttive e la sentenza della Corte di giustizia europea che ha dato il via libera alla semina del mais “Mon 810”, quello incriminato e piantato più volte in Friuli.
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