Anziane truffate col finto incidente: obbligo di dimora per un giovane

Misura cautelare per un 24enne napoletano: è accusato di 12 episodi, di cui uno a San Martino. Indagine di 5 mesi dei carabinieri partita da un raggiro nella frazione di Aviano

I carabinieri della compagnia di Sacile, coadiuvati dai militari dell’Arma di Napoli, hanno eseguito la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Napoli a carico di un giovane di 24 anni, residente nel capoluogo campano.

Il giovane è ritenuto responsabile – assieme a dei complici, non ancora identificati – di almeno 12 truffe messe a segno tra giugno e luglio 2024 in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia.

Le vittime preferite del presunto truffatore erano donno sole e anziane. L’episodio da cui è partita la complessa attività d’indagine, durata quasi 5 mesi, si è verificato il 26 giugno 2024 a San Martino di Campagna di Aviano.

Una 80enne è rimasta vittima della truffa del finto incidente. Mentre si trovava sola in casa, l’anziana ha ricevuto la chiamata di una donna che si è presentata come impiegata di banca, la quale l’ha informata di un grave incidente causato dal figlio.

Per evitargli problemi, serviva un’ingente somma di denaro, che la 80enne non aveva con sé. La finta impiegata di banca ha detto alla donna che sarebbero andati bene anche gioielli in oro.

L’anziana, desiderosa di aiutare il figlio, quindi, ha raccolto l’oro in un contenitore di plastica e l’ha consegnato a un giovane che si è presentato al cancello dell’abitazione.

A intuire si trattasse di un raggiro è stata la badante della donna, alla quale l’anziana aveva raccontato l’accaduto.

I carabinieri di Aviano, intervenuti sul posto e raccolta la denuncia, hanno avviato meticolosi accertamenti, ricostruendo il percorso fatto dal presunto truffatore per arrivare a San Martino e il mezzo utilizzato (treno fino a Pordenone e poi taxi).

Grazie all’ascolto dei testimoni e alle telecamere di videosorveglianza della zona, i militari sono riusciti a dare un volto al presunto truffatore, la cui identità, dagli stessi carabinieri, è ritenuta certa.

I carabinieri, nel corso dell’indagine, hanno ipotizzato che il giovane potesse essere l’autore di altre truffe, in considerazione della tecnica utilizzata, sempre la stessa.

Come detto, gli vengono contestate almeno 12 truffe che gli avrebbero fruttato un guadagno illecito di oltre 95 mila euro, sia in contanti che in monili in oro.

A San Martino di Campagna il danno per la vittima è stato di 4 mila euro. Il 28 giugno 2024, a Condordia Sagittaria, danno di 400 euro. Il 4 luglio a Cervignano bottino di 5 mila euro, il giorno successivo a Martignacco di 6 mila euro. Il 10 luglio 2024, a Brescia, truffa per un valore di 500 euro; il 12 luglio, a Carate Brianza (Monza Brianza), la vittima non si è lasciata convinvere e non ha consegnato nulla.

A Montecchio Maggiore (Vicenza), il 16 luglio bottino di 800 euro. Sempre nel vicentino, a segno altre tre truffe. Ancora il 16 luglio, a Trissino (6.500 euro), mentre il giorno successivo truffe a Arcugnano (1.500 euro) e Arzignano, dove il raggiro è stato di 65.200 euro. Infine, due truffe nel Bresciano. Il 23 luglio a Edolo (gioielli di valore non quantificato) e Borgo Satollo (6 mila euro). La tecnica, come detto, era sempre la stessa.

Una donna, mediante un telefono cellulare con una Sim intestata a un soggetto inesistente, effettuava numerose chiamate a donne anziane, recuperando i numeri sugli elenchi telefonici online e raccontando sempre la storia dell’incidente stradale, riuscendo a carpire la fiducia della malcapitata facendo leva sul sentimento materno.

Una volta sicura di aver convinto la vittima, dava indicazioni a un collaboratore – indicato alla vittima quale carabiniere o avvocato – il quale, già presente in zona, raggiungeva con mezzi pubblici o con il taxi la casa per riscuote la somma.

Il presunto truffatore, per non correre il rischio di essere fermato ai posti di controllo delle forze dell’ordine sulle strade, secondo l’indagine dei carabinieri, era solito viaggiare in treno.

In alcuni casi, le vittime gli hanno consegnato il proprio bancomat con il pin per permettere il prelievo di denaro.

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