Antonio Campisi, commosso addio

Gli onori delle associazioni combattentistiche. Ceraolo: persona straordinaria

SACILE. Un drappo tricolore sulla bara di legno chiaro e gli onori delle associazioni combattentistiche e d’arma per il soldato Antonio Campisi. Grande commozione ieri, in duomo a Sacile, nella cerimonia funebre officiata dal parroco don Graziano De Nardo. Campisi era stato colto da malore in casa domenica sera: l’intervento del 118 s’era reso difficoltoso dalla presenza di due auto posteggiate irregolarmente in piazzetta Manin, che avevano impedito all’ambulanza di raggiungere il condominio.

«Il sottufficiale Campisi ha arricchito la nostra città – ha ricordato don Graziano – Ci lascia l’eredità della sua testimonianza: quella della generosità. L’ultimo saluto terreno di Antonio è stato un “grazie”. Lo ringraziamo noi, per quanto ci ha donato».

Antonio Campisi: un combattente della Seconda guerra mondiale pluridecorato. «Papà era solare – hanno ricordato la figlia Giovanna, la sorella Anna e la madre Eleonora – Sempre ottimista e affettuoso». Classe 1920 e con un medagliere che incardina l’impegno per l’Italia e il prossimo, a chi si trova in difficoltà, a chi chiede aiuto. A partire dai soccorsi prestati nel Vajont nel 1963. «Attestato di benemerenza al maresciallo maggiore Campisi – recita un’onorificenza di cui andava fiero – Nell’immane sciagura che ha colpito le popolazioni del Cadore era tra i militari che rintracciarono e composero i morti. Riaprirono le strade, assistendo i superstiti. Per ricominciare a riprendere una nuova vita».

Il soldato Campisi era fra gli ultimi combattenti della seconda guerra mondiale. Prigioniero di guerra dei tedeschi, era scappato e aveva trascorso gli ultimi periodi del conflitto in Albania. «Se l’era cavata lavorando – ricorda la figlia Giovanna – Nel 1946, dopo la Liberazione, era tornato in Italia: dapprima a Catanzaro Lido, dov’era nato, successivamenta assegnato nel Pordenonese».

Sacilese d’adozione, era rimasto sino al congedo nella caserma in via Fasan (l’attuale Slataper). Il veterano è stato ricordato dal sindaco. «Antonio era una figura che caratterizzava Sacile: sempre presente e partecipe nelle manfestazioni pubbliche».©RIPRODUZIONE RISERVATA

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