Ancora spazio per le imprese nell’ex caserma Tagliamento

L’ultimo soldato lasciò la struttura nel 1994: oggi, dopo 25 anni, la caserma Tagliamento di Arzene, uno dei baluardi della difesa italiana durante la guerra fredda, è quasi tutta trasformata in una zona artigianale, diventando uno dei pochi esempi compiuti di riconversione in Friuli Venezia Giulia. Il “quasi” è d’obbligo perché mancano ancora alcuni lotti per completare la nuova zona produttiva e per questo motivo il Comune di Valvasone Arzene, insieme a Confartigianato Pordenone, ha deciso di organizzare un evento, martedì 22 ottobre alle 18 nel municipio arzenese, per far conoscere agli imprenditori locali le opportunità dell’area fuori dal centro abitato e a ridosso dello svincolo della superstrada Cimpello-Sequals.
Su una superficie di 45 mila metri quadri ne sono ancora disponibili circa 19 mila. «Alla luce dell’andamento dei prezzi di mercato in calo – ha dichiarato il sindaco Markus Maurmair insieme al presidente di Confartigianato Pordenone Silvano Pascolo – abbiamo stimato nuovi prezzi dei lotti molto interessanti e che vogliamo presentare al mondo degli operatori economici del Friuli occidentale». La valutazione sul valore dei terreni è stata fatta dallo studio professionale Coprogetti. La serata sarà anche l’occasione per ripercorrere la storia del manufatto, dove aveva sede il 73° reggimento di fanteria d’arresto Lombardia, il cui compito era sorvegliare i confini nazionali negli anni della guerra fredda in cui il Tagliamento, in caso di invasione da parte dei Paesi comunisti, avrebbe dovuto fungere da barriera fortificata.
Nel periodo di maggior utilizzo nella caserma erano di stanza 800 fanti (per dare un’idea dell’importanza, anche economica, per il territorio, il vecchio Comune di Arzene contava mille 500 abitanti), i quali portavano il soprannome di “Kaimani del Tagliamento”. I fanti lasciarono Arzene nel 1986 (il reggimento fu sciolto poco dopo), ma altri reparti militari occuparono come detto la caserma fino quasi a metà degli anni Novanta. Passata la proprietà dell’area dallo Stato al Comune, si iniziò a pensare al riutilizzo fino all’intuizione dell’amministrazione comunale guidata da Luciano Scodellaro di renderla una zona artigianale. —
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