Anas: la spa friulana si è affossata da sola

UDINE. «Anas non paga a proprio piacimento le imprese per i lavori svolti, ma si attiene rigorosamente a quanto dispone il quadro normativo di riferimento».
Lo precisa, in una nota, il gestore della rete stradale e autostradale chiamata in causa sul caso Vidoni e sugli 84 milioni reclamati dalla spa friulana.
«L’impresa Vidoni è stata correttamente retribuita in base allo stato di avanzamento dei lavori accertati – continua Anas –. A fronte di evidenti ritardi sui programmi dei lavori e del successivo abbandono del cantiere e, aspetto ben più grave, a valle dell’accertamento di modalità irregolari messe in atto dalla Vidoni per ottenere crediti dalle banche, senza rispettare la normativa vigente, Anas è stata costretta a risolvere il contratto con l’impresa, allo scopo di tutelare i soldi pubblici e di assicurare il soddisfacimento dell’interesse pubblico di realizzare l’opera (Salerno-Reggio, ndr)».
Non è tutto: «Anas ha appreso con rammarico e con grande spirito di solidarietà verso i lavoratori la notizia del fallimento di Vidoni (ufficialmente non lo è ancora, ndr), ma le motivazioni non possono certo essere addotte ad Anas, bensì alla cattiva gestione degli amministratori che non hanno impiegato quanto pagato da Anas per ripagare subappaltatori e dipendenti. A questo riguardo va precisato che Anas, per quanto possibile nel pieno rispetto della normativa, si è fatta anche carico dei debiti lasciati da Vidoni nei confronti dei lavoratori impiegati nell’appalto e dei subappaltatori ed è per questo tuttora creditore nei confronti di Vidoni».
«Per quanto concerne il caso “dama nera” – conclude la nota –, il nuovo vertice di Anas ha profondamente modificato il proprio modus operandi, richiamandosi a principi di trasparenza e legalità, in primis al suo interno. Tale atteggiamento ha determinato inevitabili impatti per quelle imprese che operano o hanno operato con logiche e meccanismi non confacenti ai suddetti principi. Di conseguenza, non è Anas o lo Stato il colpevole di questa situazione, ma l’impresa stessa che si è affossata da sola».
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