Altolà di Serracchiani: nessuno tocchi la Specialità del Fvg

A Palmanova asse sulle Autonomie con il presidente Pd. Orfini: progressi sul lavoro, la legislatura durerà fino al 2018

PALMANOVA. «La Specialità non solo non è in discussione, ma diventa una risorsa per tutto il Paese quando le riforme del territorio hanno la forza di essere un modello per l’Italia».

Debora Serracchiani parla per la prima volta del futuro delle Regioni autonome dopo la gaffe del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che aveva messo in discussione il futuro dello Statuto speciale in Italia.

Lo fa durante il convegno organizzato dal Pd con il presidente del partito Matteo Orfini e con la new entry Gennaro Migliore che ha lasciato Sel per aderire al progetto renziano.

Il governatore del Friuli Venezia Giulia ha spiegato come il Governo abbia tra le sue priorità proprio quella di selezionare nelle Regioni i modelli virtuosi.

«Il Friuli si candida - ha aggiunto - a fare da capofila a questa grande riforma». Un appello accolto sia da Orfini, che da Migliore i quali hanno garantito che il dibattito nel Pd «supererà la visione populista delle Regioni speciali come territori privilegiati o come enti che sprecano».

E così dal dibattito a Palmanova è nato un asse per definire i modelli regionali più avanzati, ha aggiunto Serracchiani, «da proporre alle Regioni ordinarie per rinnovare i settori strategici. La Specialità – ha affermato la presidente - va esercitata facendo capire che essa è al servizio del Paese».

Non ha tuttavia esitato ad aggiungere che «proprio per la loro tipologia, ci sono Specialità e Specialità. E quella del Friuli Venezia Giulia non è uguale a Sicilia o Sardegna».

L’Autonomia è anche lo strumento attraverso il quale la Regione, a livello locale, sta spesso anticipando il processo riformista che il Pd cerca di portare avanti a livello centrale. La riforma sanitaria e quella degli enti locali sono l’esempio concreto.

Ma nel dibattito a Palmanova, moderato dal direttore del Messaggero Veneto, Tommaso Cerno, si è anche parlato di Jobs act e dello scontro fra il premier Matteo Renzi e la Cgil. «Le elezioni non sono dietro l’angolo - ha aggiunto Orfini - credo che la legislatura durerà fino al 2018. Sarebbe grave per il Paese se così non accadesse».

Per Orfini «in questi anni si sono forse persi i termini del confronto fra parti sociali. La dialettica è il sale della politica, ma ognuno deve fare la propria parte. La discussione - si è riferito alla Cgil - è delicata. Passi avanti sono stati fatti, ora c’è un passaggio importante alla Camera su delega lavoro e Legge di stabilità. Qualche passo in avanti ulteriore si potrà fare».

Anche il tema dei diritti civili è stato toccato, un argomento sul quale – per usare le parole di Orfini - «c’è un accordo larghissimo all’interno del partito, semmai si discute su quanto avanti portare il cambiamento».

La proposta avanzata dal deputato democratico, Gennaro Migliore, già capogruppo di Sel alla Camera, condivisa dai presenti al dibattito, è che «l’argomento possa essere oggetto di un’iniziativa di legge non governativa, ma parlamentare per trovare nella trasversalità del Parlamento la stessa maggioranza presente nel Paese».

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