Alpini, l’orgoglio sfila sotto la grandine

Un’adunata epica, la numero 87, nel cuore di Pordenone Oltre 480 mila penne nere sotto gli occhi del premier Renzi
Di Enri Lisetto

Un’adunata epica, la numero 87, con gli alpini friulani a sfilare sotto la grandine e la gente, gettati gli ombrelli alle spalle, dietro le transenne ad applaudire sino al passaggio degli ultimi “veci e bocia”. Oltre 480 mila penne nere lungo i viali della città, 80 mila in marcia sin dal mattino, l’11 maggio, sotto il grande tricolore delle Frecce e davanti alla tribuna col premier Matteo Renzi e il ministro della Difesa Roberta Pinotti.

«Siete stati magnifici, grazie pordenonesi, grazie alpini. Vedervi mescolare le lacrime all’acqua è stata una esperienza indimenticabile, che ci ha inorgogliti». E’ quanto resterà all’Ana e alle migliaia di ospiti di una città che, per tre giorni, si era trasformata in capitale d’Italia con lo slogan “Pordenone patria alpina”.

«La nostra città è cambiata ed è cresciuta, non disperdiamo questo patrimonio», è stato l’auspicio del sindaco Claudio Pedrotti: «E’ stata la risposta della città e dei giovani ciò che più ha meravigliato. Non siamo abituati a questo calore, ma il finale è stato molto più di un simbolico abbraccio agli alpini». «Un’impeccabile squadra», per il presidente della sezione Giovanni Gasparet che ha dovuto subire due bocciature, amare, prima della promozione nazionale. Promozione su tutti i fronti, visto che il modello Pordenone – il primo dell’era tecnologica, 51 mila visite al portale specifico, oltre 6 mila tweets – è stato esportato per L’Aquila 2015.

E’ stata l’adunata della presenza degli striscioni con il sostegno ai lavoratori in difficoltà, del trionfo del volontariato, della solidarietà a un ospedale di Haiti e al Cro di Aviano. E’ stata l’adunata dei 200 mila passeggeri trasportati con i bus navetta in tre giorni, delle 64 mila persone che hanno visitato la cittadella militare a parco Galvani; dei 450 accreditati tra fotografi, cineoperatori e giornalisti; delle 240 tonnellate di rifiuti raccolti in due giorni; della città riconsegnata, il lunedì mattina, come se nulla fosse accaduto, se non fosse stato per le migliaia di tricolori rimasti lungo le strade e fuori dalle finestre per mesi, quasi a voler dire: «Alpini, tornate».

Non sarà facile e, soprattutto, non sarà presto, un altro grande evento sotto la regia delle penne nere.

EnriLisetto

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