Alpeggio e agriturismo a Sella Sant’Agnese

GEMONA. Un ritorno all'alpeggio, sotto forma di agriturismo, a Sella Sant'Agnese. Va in quella direzione il riordino fondiario avviato dal Comune e ormai in fase di conclusione, per la ricostruzione dell'ex chiostro accanto alla storica e omonima chiesa situata in un ambiente sempre frequentato dagli escursionisti. L'amministrazione comunale ha concluso l'iter per l'assegnazione delle diverse proprietà dell'ex chiostro crollato in seguito al terremoto del '76 e ha inviato le lettere ai cinque proprietari. «Quando ci risponderanno - spiega il sindaco Paolo Urbani - sarà possibile procedere con la richiesta di pareri alla Regione e le autorizzazioni, trattandosi di una zona Sic: dopodiché, in base agli accordi, l'intervento potrà essere realizzato dai privati con il Comune che farà da garante per la ricostruzione dell'ex chiostro nel rispetto delle sue originali caratteristiche».
Gli uffici tecnici del Comune hanno provveduto ad espropriare tutte le particelle per riconsegnarle in base ai diversi metri di proprietà e ora è possibile ricostruire una struttura, nei cui interni uno dei proprietari sembra interessato a riaprire l'alpeggio, che lassù non viene praticato dai tempi precedenti al sisma: in pratica riportare gli animali per produrre prodotti caseari da offrire ai frequentatori di Sella Sant'Agnese. L'iter prevede ancora alcuni passi per giungere alla ricostruzione vera e propria della struttura, ma, perlomeno, ora è stato risolto il problema della suddivisione delle proprietà.
L’ultima destinazione del chiostro, che fino al 1276 ospitò un convento di monache, era proprio l'alpeggio praticato dalle famiglie gemonesi che ne erano diventate proprietarie nel corso del tempo. Il lavoro del Comune di questi due anni è stato quello di ridare le rispettive proprietà agli eredi e ora si potrà procedere alla sistemazione: «Il Comune - spiega il sindaco Paolo Urbani - manterrà la proprietà di una stanza che sarà destinata a laboratorio didattico per le scuole, mentre abbiamo accolto con favore la volontà dei privati di voler creare un punto di ritrovo».
Piero Cargnelutti
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