Allevano bufale, vinta la sfida contro la crisi
Aviano, la storia della famiglia Capovilla. «Dovevamo trovarci un lavoro, abbiamo tentato la scommessa»
AVIANO. Una scommessa vinta, una scommessa contro la crisi. Quando all’inizio si punta sul futuro di un’azienda agricola, si è consapevoli di dover abbinare a una dose di rischio, ritmi di lavoro pesanti e costanti, durante tutto l’anno ciò, a maggior ragione, se si tratta di un allevamento di bufale.
La scommessa dell’azienda di Michele Capovilla inizia negli anni Novanta, contando sull’impegno e l’entusiasmo del titolare, dei figli Massimiliano e Simone, della nuora Anita e soprattutto su un’intuizione all’epoca innovativa. «L’idea di allevare le bufale, puntando su quei tipici prodotti caseari – racconta Massimiliano Capovilla– è maturata un po’alla volta, di fronte a situazioni contingenti che ci siamo trovati ad affrontare. Mio padre Michele, coltivava la campagna di famiglia e vendeva i prodotti agricoli. Io e mio fratello Massimiliano, periti agrari, dopo il militare, eravamo a un bivio. Potevamo scegliere di lasciar perdere l’agricoltura e cercarci un lavoro. Abbiamo invece deciso di far progredire la nostra azienda, puntando sull’allevamento dei bovini».
La terra che avevamo era sufficiente – continua Massimiliano – ma le difficoltà derivavano dall’acquisizione delle quote latte, visto che in Italia se ne produceva troppo. Noi, ultimi arrivati, avremmo dovuto acquistare le quote, con un aggravio non indifferente di costi, da ciò l’idea di puntare sul nuovo, sull’allevamento delle bufale».
L’ambiente nella campagna di Castello d’Aviano è incontaminato e la scommessa di far funzionare un all’allevamento di bufale di rilevanti dimensioni, puntando sulla vendita diretta, a chilometri zero, delle mozzarelle e degli altri prodotti caseari che derivano dalla lavorazione del latte si è rivelata giusta. «All’inizio – ancora Masmiliano Capovilla – l’immagine della mozzarella era strettamente legata alla Campania ma, dopo i primi anni di produzione, i più difficili, ha preso piede il concetto che le mozzarelle si possono produrre anche a Castello d’Aviano».
L’azienda adesso si avvia a raggiungere il migliaio di capi e, dopo aver puntato, con successo, sul settore caseario, ora sta prendendo piede anche il consumo della carne di bufala, tanto che la Pro Castello, con il patrocinio del comune, nella prima settimana di luglio organizza la “Festa della bufala”. Le ricadute positive dell’espansione dell’allevamento di bufale si sono avute nell’occupazione, l’azienda Capovilla ha assunto lavoratori di varie nazionalità, nell’indotto, visto che varie aziende avianesi forniscono foraggi e mais per l’allevamento delle bufale e anche nella tenuta più ordinata delle aree agricole di Castello d’Aviano. «Il prossimo salto di qualità – conclude Massimiliano Capovilla – potrebbe consistere, dopo lo spaccio aziendale, nella costruzione di un nostro caseificio, una scommessa da vincere.
(s.c.)
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