Alle scuole friulane oltre 5 milioni di mascherine: i dati del governo sballati e i dpi che odorano di plastica

UDINE. Andrebbero cambiate ogni quattro-sei ore, secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità. E quindi a scuola, dove bimbi e ragazzi restano in classe ne utilizzano come minimo una al giorno, ne servono decine di migliaia ogni settimana. Parliamo delle mascherine chirurgiche: la struttura commissariale voluta dal governo per gestire l’emergenza coronavirus ne ha inviate in Friuli Venezia Giulia dalla ripresa delle lezioni 5.830.200, distribuite negli oltre 1.300 istituti pubblici e paritari della regione.
In particolare, al 7 ottobre sono state consegnate ai responsabili delle scuole 3.185.650 mascherine agli istituti comprensivi, 98.700 agli omnicomprensivi, 355.660 alle scuole primarie, 44.020 alle scuole secondarie di primo grado e 2.146.170 alle secondarie di secondo grado.
Agli istituti della provincia di Udine sono state destinate complessivamente 2.491.700 mascherine finora, buona parte delle quali destinate agli istituti comprensivi (1,2 milioni) e alle superiori (1 milione). A Pordenone ne sono state spedite 1.563.960, di cui 973 mila per i comprensivi e mezzo milione per le superiori.
Il riparto è direttamente proporzionale al numero degli studenti iscritti a ciascun istituto. Così il Malignani di Udine, che con i suoi quasi 1.900 iscritti è la scuola più popolata del Friuli, ha sin qui incamerato 105.880 dispositivi di protezione naso e bocca. Per restare a Udine, l’istituto tecnico Zanon (1.248 studenti iscritti, secondo il Miur) e il liceo Percoto (1.138) si spartiscono rispettivamente 64 e 59 mila mascherine.
PER APPROFONDIRE
I dati inseriti nel cervellone informatico del commissario Domenico Arcuri non sempre sono corretti, tuttavia: “In alcuni casi vengono indicati quantitativi superiori a quelli realmente consegnati, in altri casi viceversa non sono conteggiati pezzi già assegnati alle scuole”, conferma Teresa Tassan Viol, coordinatrice regionale dell’Associazione nazionale presidi del Fvg. Le criticità dei primi giorni sembrano passate: nelle chat WhatsApp in cui i dirigenti scolastici condividono informazioni e problemi il tema della distribuzione dei dpi è via via stato superato dai grattacapi legati all’organizzazione delle supplenze e degli spazi didattici.
“In questi giorni sono arrivate le forniture che potranno coprire il fabbisogno per qualche settimana”, conferma il preside dello Stellini di Udine, Luca Gervasutti, raccontando di avere persino il proprio ufficio invaso dagli scatoloni con dpi e flaconi di igienizzante. Le mascherine arrivano in cartoni anonimi, consegnate dai corrieri, in pacchi da dieci o trenta: “Avendo la settimana corta – spiega Gervasutti – abbiamo distribuito in una prima fase un pacchetto da dieci mascherine a ciascun studente, “coperto” quindi per due settimane. In questi giorni ci stanno consegnando i dispositivi in confezioni da trenta e così le forniamo ai nostri ragazzi, che con questo contingente sono a posto per sei settimane”.

Altri dirigenti scolastici preferiscono la consegna quotidiana, “che certamente risulta più complessa, anche sotto il profilo delle garanzie igieniche – riprende Tassan Viol -. So che alcune scuole fanno trovare la mascherina direttamente sul banco, chiedendo all’ingresso in aula di sostituire il modello di comunità o in tessuto con la chirurgica fornita dall’istituto”. Che sono, nella quasi totalità, prodotte in Cina: “In alcuni casi gli studenti si sono lamentati del forte odore di plastica del materiale con cui sono confezionate, difficile da sopportare per tante ore”, spiega la coordinatrice dei presidi del Fvg.
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