Allarme Tagliamento: sindaci contro sindaci

«Ripartiamo da una comprensione reciproca del fenomeno e soprattutto lasciamo che siano i tecnici a decidere le priorità, perché le responsabilità sono enormi e nessuna visione politica potrà mai sostituirsi a un dato tecnico/scientifico. E soprattutto lasciamo perdere le “provocazioni” citando studi finanziati dal Consorzio del prosciutto per dire che le opere di difesa idraulica vanno fatte solo dove c’è il rischio – quindi solo nel basso corso – che non sono accettabili né sul piano politico né ovviamente tecnico».
Vogliono iniziare l’anno con questo invito i sindaci di Latisana, Daniele Galizio e di San Michele al Tagliamento, Pasqualino Codognotto, amministratori dei due Comuni che assieme alla foce subirebbero più di tutti gli effetti di un’esondazione del fiume Tagliamento. E lo rivolgono ai sindaci dell’alto corso del fiume che solo qualche settimana fa – ancora una volta – si erano schierati contro un’eventuale opera di laminazione: in particolare al sindaco di San Daniele del Friuli, Pietro Valenti che aveva portato a supporto delle sue tesi l’ipotetico danno che si verrebbe a creare al microclima della zona tanto favorevole alla produzione del prosciutto crudo.
«Il collega di San Daniele e gli altri sindaci di quel comprensorio si tranquillizzino sul fatto che nessuno ha il pensiero di porre in essere azioni che possano provocare il deprezzamento dello straordinario prosciutto di San Daniele, peraltro molto consumato dai residenti di quest’area della Venezia orientale e del basso Friuli oltre che dai turisti di Bibione e Lignano Sabbiadoro che corrispondono a circa 10 milioni di presenze annue – sottolineano in una nota congiunta i due sindaci ricordando anche che il fiume va visto come un unicum – ma se deve essere un Consorzio del prosciutto a stabilire dove devono essere realizzate le opere di difesa idraulica per tutelare le vite umane del basso corso del Tagliamento, allora con lo stesso principio si dovrebbero coinvolgere gli ingegneri idraulici esperti in degustazione di prosciutti in merito al cambiamento climatico così dannoso al famoso cosciotto che la traversa di Pinzano potrebbe provocare».
Quanto alle opere idrauliche da realizzare «non saremo certo noi a dire quali dovranno essere perché non siamo degli esperti in materia», ma come ricordano Galizio e Codognotto sono state elaborate e scritte su più documenti – ben 15 dal 1966 a oggi – da autorevoli studiosi al di sopra delle parti: «dalla commissione De Marchi, al laboratorio Tagliamento fino all’ultimo studio di tre anni fa commissionato dalla Regione Veneto, solo per citare i più noti, viene inconfutabilmente ribadita la necessità di laminare l’onda di piena prima che questa arrivi al ponte di Latisana/ San Michele al Tagliamento. A oggi il rischio idraulico per le nostre realtà – essere umani e beni – è molto elevato e gli interventi di difesa idraulica realizzati nel basso corso non sono di per se sufficienti a portare il livello di rischio a un dato accettabile. Non lo diciamo noi ma i tanti documenti scientifici tanto che anche il capo nazionale della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha preso l’impegno di stabilire le azioni per la definitiva messa in sicurezza del fiume». —
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