Alla vetreria At di Brugnera a rischio cento posti di lavoro

In liquidazione da agosto, il punto della situazione tra sindacati e dipendenti. Affitto di un ramo d’azienda tra le ipotesi avanzate per scongiurare il fallimento
20090810 - ROMA - FIN - GABBIE SALARIALI DIVIDONO, NO DA IMPRESE E SINDACATI. CGIA MESTRE, SAREBBERO UN VANTAGGIO PER MEZZOGIORNO. Un lavoratore metalmeccanico in una fabbrica di Bologna, in una immagine d'archivio datata 8 luglio 2005. Cgil: siamo assolutamente contrari. Bonanni: sarebbero un ritorno all'Urss. Angeletti: questione impraticabile da un punto di vista tecnico. Confindustria: meglio contratti aziendali. Scajola: no se discriminano, si a una contrattazione legata alla produttivita'. Secondo artigiani veneti, i lavoratori del Nord guadagnano gia' il 30% in piu' mentre il costo della vita, secondo Bankitalia, nel Sud e' inferiore solo del 16%. Lippi: non ci sono italiani di serie A e di serie B. ANSA/GIORGIO BENVENUTI/DRN
20090810 - ROMA - FIN - GABBIE SALARIALI DIVIDONO, NO DA IMPRESE E SINDACATI. CGIA MESTRE, SAREBBERO UN VANTAGGIO PER MEZZOGIORNO. Un lavoratore metalmeccanico in una fabbrica di Bologna, in una immagine d'archivio datata 8 luglio 2005. Cgil: siamo assolutamente contrari. Bonanni: sarebbero un ritorno all'Urss. Angeletti: questione impraticabile da un punto di vista tecnico. Confindustria: meglio contratti aziendali. Scajola: no se discriminano, si a una contrattazione legata alla produttivita'. Secondo artigiani veneti, i lavoratori del Nord guadagnano gia' il 30% in piu' mentre il costo della vita, secondo Bankitalia, nel Sud e' inferiore solo del 16%. Lippi: non ci sono italiani di serie A e di serie B. ANSA/GIORGIO BENVENUTI/DRN

BRUGNERA. Cento posti di lavoro a rischio, alla vetreria At di Brugnera, messa in liquidazione il mese scorso.

Le difficoltà finanziarie stanno mettendo a dura prova una realtà consolidata, tant’è che i dipendenti non hanno percepito lo stipendio di agosto e le spettanze di luglio sono state liquidate solamente in parte.

Che l’azienda stia navigando in acque agitate non rappresenta una novità né per le maestranze né per le organizzazioni sindacali, ma negli ultimi tempi il quadro sembra essersi aggravato.

At produce vetri per l’arredamento e sta risentendo in primis della crisi del settore del mobile. Nelle assemblee sindacali di ieri, le forze sociali hanno fatto il punto della situazione coi lavoratori, dopo l’incontro di venerdì scorso a Unindustria.

La tensione è alta e i dipendenti sono preoccupati per il futuro: da quanto si è appreso, ci sono diverse ipotesi al vaglio dell’impresa per scongiurare il più drammatico degli epiloghi, ossia il fallimento. L’obiettivo prioritario è salvaguardare l’occupazione, nonché un sito produttivo che ha operato con risultati positivi. Le criticità attuali, però, non lasciano spazio a facili ottimismi.

Tra i progetti salva-impresa in corso di valutazione, l’affitto di un ramo d’azienda. Una carta che in altre situazioni di crisi è stata giocata con successo e che potrebbe dunque rappresentare un’ancora di salvezza.

Al di là di quale strada si decida di percorrere, e quindi di quale progetto industriale sia tradotto in realtà, il nodo più importante da sciogliere è uno: quanti posti di lavoro potranno essere salvati? Com’è facile intuire, garantire la salvaguardia dell’intero organico è un’impresa non da poco, considerati anche i tempi e i problemi di mercato.

Troppo presto, comunque, per trarre conclusioni: la vertenza sarà al centro di nuovi confronti tra i vertici di At e le organizzazioni sindacali. C’è comunque il massimo riserbo su questa partita, considerata la delicatezza.

Le difficoltà finanziarie dell’azienda, comunque, sono analoghe a quelle di altre realtà non soltanto del settore e sono legate pure al problema degli insoluti. Ci sono aziende clienti che pagano in ritardo o non pagano proprio, altre che hanno fatto richiesta di concordato e altre ancora che hanno alzato bandiera bianca.

Tutti elementi che vanno a sommarsi a un quadro di precarietà, e per le imprese diventa sempre più complicato rimanere a galla. I principali clienti di At sono tedeschi, ma non mancano realtà italiane, tra cui un’azienda di Cordignano.

Oltre che per il futuro, i dipendenti sono preoccupati per il pagamento in ritardo degli stipendi. Non ci sono certezze, infatti, su quando saranno liquidate le spettanze arretrate. Le maestranze devono però fare i conti con le spese fisse, tra cui bollette, mutui e quanto serve per il mantenimento della famiglia. Voci che non conoscono deroghe.

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