Alla scoperta di Udine tra la gipsoteca, il carcere e le segrete del castello

Camminata nella storia per il quarto evento di Genius Loci Diverse le esclusive per gli iscritti della nostra community  
Udine 14 Aprile 2018. Noi Mv. Visita alle soffitte del Castello. © Foto Petrussi
Udine 14 Aprile 2018. Noi Mv. Visita alle soffitte del Castello. © Foto Petrussi

Una camminata esclusiva percorrendo le segrete del castello di Udine e, a seguire, una visita alla gipsoteca, sala di statue e ricordi senza tempo per la prima volta aperta al pubblico.

Così ieri si è svolto il quarto appuntamento della rassegna “Genius Loci”, ciclo di incontri organizzato dal Messaggero Veneto con il supporto di Bluenergy e dedicato ai nostri lettori. Come di consueto, è stato un salto nella storia e nello spirito di uno dei luoghi simbolo di Udine, sempre con la guida di Elena Commessatti, scrittrice e appassionata uditrice delle storie che ogni parete o monumento cittadino ha da raccontare. Questa volta gli iscritti alla community Noi Mv sono stati accolti nell’atrio dei civici musei, spazio in cui ogni oggetto è portatore di aneddoti. A condurre passo passo i turisti di giornata alla scoperta di luoghi misteriosi, oltre all’autrice di “Genius Loci”, c’era Tiziana Ribezzi, conservatore del museo etnografico, del museo del risorgimento e della gipsoteca. E proprio dall’epoca risorgimentale è iniziato il percorso a ritroso nel tempo, verso un’epoca di moti, guerre e lotte per la libertà. A testimoniare uno spirito tipicamente friulano la bandiera svettante del Fronte di Osoppo, un cimelio forse tra i più emblematici e preziosi dell’intera collezione. Dai corridoi pieni di patriottismo, sentimento tipico dell’epoca post unitaria, i lettori hanno potuto poi cimentarsi in una discesa esclusiva nelle carceri del castello. Inaccessibili senza le dovute autorizzazioni, a gruppetti di otto e accompagnati dal custode dei civici musei Paolo Tosolini, le segrete si sono mostrate in tutta la propria cruda semplicità: spazi vuoti e oscuri, in cui, per dirlo con le parole della Commessatti, «serve uno sforzo immaginativo per ritornare alla vita di quei giorni». Le stanze sotterranee rappresentano anche il luogo più antico del colle, risalendo al 1200: sui muri ritornano scritte e graffiti incisi a futura memoria da quanti, nei secoli, hanno scontato gli ultimi giorni di vita lontani da ogni luce. E tra la sorpresa e l’entusiasmo dei visitatori, consapevoli dell’occasione, il lascio o raddoppia che ha lasciato di stucco. Chi con le scale, chi con l’ascensore, i lettori sono stati condotti alla sala delle statue.

Un’esclusiva assoluta riservata ai fortunati presenti: è stata, infatti, la prima volta che la gipsoteca ha ospitato un gruppo di turisti. A un’altezza da vertigini, il luogo forse più ricco di fascino del castello, con un patrimonio di busti, statue e sculture, per la maggior parte bozze in gesso, con qualche eccezione marmorea. Ad attirare l’attenzione dei presenti un mastodontico David, oltre alla collezione donata dallo scultore Aurelio Mistruzzi. Un viaggio ad alta quota nell’arte nascosta dunque, conclusosi infine al pian terreno, con la luce del sole ad illuminare la Venere del portico d’ingresso.

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