Alla Pradis riparte la produzione obiettivo 20 milioni di bottiglie

Riapre lo stabilimento di Clauzetto. Dopo le difficoltà dell’azienda è arrivata una nuova cordata. Si punta a tornare al fatturato iniziale di 2,5 milioni e a coinvolgere nuovi mercati

CLAUZETTO. Un’avventura iniziata quasi per caso. È quella della cordata di imprenditori romani che ha acquisito Acqua Pradis e che ieri si è presentata in pubblico nella sede di via della Sorgente a Clauzetto. A raccontarlo è il presidente della nuova società, la Dalus srl, Luca D’Agostino: «È stato un collaboratore di un mio socio che, da Roma si è trasferito tre anni fa in Friuli, affezionato consumatore di Acqua Pradis, non trovandola più sugli scaffali del supermercato – spiega D’Agostino – e sapute le difficoltà della vecchia gestione, abbiamo cominciato a ragionare sull’idea di investire in un progetto che ci è sembrato molto interessante».

«Personalmente – racconta l’imprenditore che si occupa di servizi finanziari e bancari – per motivi di lavoro mi era capitato altre volte di visitare Udine, Gorizia, Trieste ma mai mi ero spinto fino a questi luoghi per cui è stato amore a prima vista. Ci siamo innamorati della bellezza della valle, della bontà e della qualità dell’acqua. Un amore che ci ha spinti alla voglia di fare qualcosa, nel nostro piccolo, per risollevare le sorti di questa azienda e dei suoi dipendenti».

Di qui l’unione di quattro soci, oltre al presidente D’Agostino, gli amici Stefano Balestro, Maurizio Longo e Francesco Anastasio Pugliese, tutti romani, impegnati nel mondo delle costruzioni e della ristorazione, e la costituzione della nuova società che, trovato l’accordo col commissario lo scorso mese, ha rilevato lo storico marchio per una cifra di oltre un milione 100 mila euro, ammodernando gli uffici e sistemando lo stabilimento, che ha ripreso la produzione dopo cinque mesi di stop, reinserendo, dopo sei mesi di cassa integrazione, i 6 “storici” dipendenti, tutti residenti nell’area del Val Cosa e Val d’Arzino, così come la distribuzione, ormai completata in regione, in supermercati e catene di commercio.

Il 29 maggio scorso il ministro della Salute Renato Balduzzi aveva ripristinato la validità del decreto di riconoscimento dell’acqua minerale e il 9 luglio era ripresa la produzione dell’acqua della montagna pordenonese con la “benedizione” di un testimonial d’eccezione, il friulanissimo Bruno Pizzul che, tengono a precisare i soci, «ci ha dato piena disponibilità a darci una mano senza chiedere in cambio neppure un euro, a testimonianza di quanto ami la sua terra e capendo al volo le nostre intenzioni di fare qualcosa di importante per il suo Friuli».

Gli obiettivi della nuova gestione sono quelli di ritornare alla produzione di 15–20 milioni di bottiglie l’anno, di ritornare al fatturato iniziale che, dalla lettura dei precedenti bilanci, si aggira intorno a cifre pari a due milioni, due milioni e mezzo di euro e, per il 2013, di lanciare una nuova linea di prodotti riservati agli sportivi, aprendosi a nuovi mercati.

«Siamo riusciti a recuperare storici clienti come Coop, Conad, Ama Crai Est e stiamo stringendo contatti con Despar, ne abbiamo acquisiti di nuovi come i bar degli aeroporti di Roma del gruppo Vacanze romane e per il futuro, puntiamo nuovi mercati», sottolineano i nuovi amministratori. Il mercato di Acqua Pradis dovrà essere per l’80 per cento rivolto alla grande distribuzione organizzata, per il 10 per cento alla ristorazione e per l’altro 10 per cento estero sia ai nuovi mercati di Cina e Russia sia a Stati Uniti, Canada, Australia in modo che Acqua Pradis possa essere bevuta dai friulani sparsi per il mondo. Acqua Pradis ha messo a disposizione un numero verde – 800624110 – per i clienti.

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