Alla Dm Elektron non solo esuberi: 25 i nuovi assunti

BUJA. Gli esuberi alla Dm Elektron di Buja non sono un fulmine a ciel sereno, ma un problema con cui azienda e parti sociali fanno i conti ormai da 6 lunghi anni. Purtroppo senza che si sia potuta trovare una soluzione positiva.
Complice la crisi economica e le necessità di “cambiare pelle” da parte dell’impresa, la più spallata della zona, quelle persone continuano oggi a essere eccedenze e le lettere di licenziamento stavolta paiono un appuntamento che assai difficilmente potrà essere posticipato nel tempo.
«Sono esuberi che si sono manifestati nel 2009 e che abbiamo gestito fin qui prima con la cassa integrazione poi con il contratto di solidarietà - ricorda l’amministratore delegato, Michela Del Piero -. Nel frattempo abbiamo fatto rinascere l’azienda. Ripensandola all’insegna della progettazione e sviluppo, per farla stare sul mercato italiano. La scelta era morire o reinventarci: abbiamo imboccato la seconda strada e fatto la nostra parte anche in termini di occupazione. Solo nell’ultimo anno sono state assunte 25 persone. Di alto profilo. Ingegneri e commerciali».
Racconta la sua azienda con passione Del Piero, con la voglia di spiegare che i 60 esuberi non sono una “scelta” compiuta oggi, ma il risultato di una situazione di difficoltà vissuta dalla Dm nel passato. A valle dell’annus horribilis 2008. “L’unico chiuso in perdita”.
E’ da lì che la risalita è cominciata e con quella il cambio di pelle dell’azienda, costato - Del Piero non lo nasconde - una scelta amara. Esuberi tra il personale. Compiuta ormai 6 anni fa, oggi secondo l’Ad dovrebbe anche esser stata assorbita.
I 60 che oggi rischiano il posto «sono a casa da anni, qualcuno ben sei - sottolinea la proprietà aziendale -. Purtroppo la Dm oggi ha bisogno d’ingegneri altamente specializzati. La produzione seriale la fa una nostra controllata in Romania, perché in Italia non è più remunerativa, a Buja realizziamo solo piccoli lotti e tutta la progettazione».
Il cliente si presenta con una richiesta cui l’azienda rispondere tempestivamente. Chiavi in mano. La nuova ricetta funziona. L’anno passato il fatturato ha chiuso a quota 20 milioni, realizzato all’85% fuori dai confini italiani, l’utile è arrivato quasi a 200 mila euro.
«Dopo il 2008 abbiamo sempre chiuso in positivo e il portafoglio clienti conta oggi su aziende del calibro di Lamborghini, in generale del settore automotive, di quello ferroviario e in futuro contiamo di entrare anche nell’aerospaziale», svela Del Piero aggiungendo che «nella Dm com’è oggi gli esuberi non possono rientrare. Purtroppo è un’altra realtà, che necessita di un altro tipo di lavoratori».
Non la pensa così Fiom Cgil pronta come in passato a dar battaglia perché sia attivato un altro anno di contratto di solidarietà, mentre diversa è la posizione delle altre sigle sindacali.
«Non da ultimo - spiega Luigi Oddo (Uilm Uil) - perché giunti a questo punto, per gli esuberi è più conveniente la mobilità, sia in termini economici che in prospettiva considerati gli sgravi per chi assume».
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