Alcol in discoteca, così i ragazzi eludono i divieti

Superalcolici in giacche e borsette e pastiglie per procurare lo sballo: il decreto resta sulla carta
L’emergenza alcol, fra i giovani, continua a mostrare lo stesso volto, divieti o non divieti. Alle quattro e mezza della notte due ragazzi nel parcheggio davanti a una discoteca della periferia cittadina stanno male e si appoggiano all’auto, mentre gli amici si trasformano in improvvisati infermieri. Cosa spinge il popolo della notte ad annientarsi per l’uso eccessivo di bevande alcoliche? Abbiamo cercato di capirlo in un breve viaggio notturno in alcune discoteche della provincia di Pordenone. Il problema dell’alcol rimane ancorato alla complessità del disagio giovanile e a poco serve il coprifuoco. Per fare il pieno di alcol e aggirare i divieti, i ragazzi hanno inventato molti stratagemmi. Oltre all’ordinazione delle bottiglie al tavolo, per i più “facoltosi”, è diffuso l’acquisto delle “mignonnette” (bottigliette) di superalcolici dette “sexy drink”, in vendita, oggi, in molti supermercati e facili da sistemare nelle borsette, nelle giacche o all’interno delle auto. Poi, basta ordinare una coca, miscelarla e il gioco è fatto. Altrettanto accade per chi si adopera portandosi dietro da casa la bottiglia di superalcolico e utilizzando l’automobile come bar “alternativo”. Alcuni ragazzi sostituiscono nella bottiglia l’acqua tonica con la vodka. Stesso colore ma effetto differente. Poi ci sono gli effetti secondari. Se manca l’ebbrezza dell’alcol per divertirsi, i giovani cercano altre strade pericolose. Un ragazzo intervistato, ma che per ovvie ragioni preferisce restare anonimo, racconta che il divieto di vendere alcolici porta all’acquisto di pastiglie, dette “chicche”, il cui prezzo sta scendendo proprio per sostituire lo sballo alcolico. Tutto per il divertimento. Il provvedimento che impedisce la vendita degli alcolici dopo le due di notte non serve a fermare la nuova ebbrezza. Ne è convinto Sergio Lucchetta, presidente vicario Ascom e presidente regionale della Federazione Italiana Pubblici Esercenti: «Il problema - ci ha spiegato - non è il consumo ma l’abuso dell’alcol fra i ragazzi e, per questo, il proibizionismo non serve. Vanno piuttosto, presi provvedimenti adeguati per arrivare alla radice del problema. La nostra posizione - ha aggiunto Lucchetta - è condivisa da associazioni di tutta Italia. Tuttavia, abbiamo intenzione di opporci in maniera efficace al provvedimento, portando delle proposte alternative come, ad esempio, le convenzioni con i tassisti, con le auto municipalizzate o gli autobus di linea». La prossima settimana si terranno incontri con le categorie che sosterranno, oltre a queste ipotesi e ad altri progetti già realizzati, l’istituzione della figura del “guidatore designato”. In altre parole, di una persona deputata a rimanere astemio per la serata. Saranno anche istituiti corsi di formazione per gli operatori. Intanto, in mezzo alla notte, nei fine settimana, i ragazzi impastati di droga o di alcol salgono in auto per l’ennesima sfida alla vita, l’unica al momento, che riescono ad affrontare. La peggiore. E qualche amico sobrio si chiede, vedendo i fari allontanarsi, se anche per questa notte, ci sarà un angelo che li porterà a casa sani e salvi nei loro letti.

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