Al tempo dello smartphone Ruzzle-mania anche in Friuli

Impazza on line il “paroliere” scaricabile su Apple e su Android. Jannis, esperto di web: l’interfaccia con Facebook consente di sfidare gli amici

PORDENONE. Anche in Friuli è Ruzzle mania: il piccolo videogame che ha reinventato giochi classici come il Paroliere e Scarabeo impazza sugli smartphones regionali, siano essi Apple o Android (è scaricabile in versione sia gratuita sia a pagamento).

Come i suoi predecessori in scatola, Ruzzle pone come obiettivo la realizzazione di più parole possibili con le lettere che casualmente il giocatore si trova davanti. Rispetto agli antenati analogici, però, permette di musurarsi con i propri amici in veloci sfide on line. Non solo: visto che la mania ha contagiato davvero molte persone, si può anche duellare con i numerosi vip, dall'attore Luca Argentero all'ex velina Costanza Caracciolo, che usano l'app del momento. Pure Sel, per la recente campagna elettorale, l'ha usata in uno spot.

Inventata dalla svedese Mag Interactive, è stata scaricata da 30 milioni di persone nel mondo, di cui 7 solamente in Italia (fonte la Repubblica). Come funziona è presto spiegato: si sfida on line un altro utente (invitandolo direttamente o facendone scegliere uno casuale al sistema) e ci si confronta con lui in tre manches da 2 minuti l'una. In ogni manche il giocatore deve trovare più parole possibili unendo in orizzontale, verticale e diagonale le 16 lettere racchiuse in altrettante caselle a formare un quadrato.

Non si può utilizzare la stessa casella per due volte nella parola (che deve essere come minimo di due lettere) e in base alla lunghezza della parola e alle lettere utilizzate (le vocali valgono meno, consonanti poco frequenti in italiano di più) si ottiene un punteggio (alcune caselle presentano anche dei bonus per aumentare lo score). Alla fine chi ottiene il punteggio maggiore ovviamente vince. Per lui gioia... e gloria sui social networks, visto che si può pubblicizzare per esempio il risultato sulla propria bacheca di Facebook.

«Nei primi giorni dopo aver scaricato la app – racconta l'instagramer pordenonese Angela Biancat – è stato difficile staccarsene. Ora un paio di volte a settimana mi capita di fare una partita. La cosa più divertente è proprio sfidare gli amici, poi quando li incontri di persona scattano le battutine».

«Questo gioco ha dalla sua la velocità di esecuzione, lo schema di gioco semplificato e di alta usabilità “pacioccona” – fa eco Giorgio Jannis, semiologo friulano esperto di comunicazione web –, ma soprattutto il fatto di interfacciarsi con Facebook, permettendo di giocare contro gli amici: sia comunque lode a quelli che han capito di eliminare sul social network le notifiche di vittoria». Jannis da anni studia l'utilizzo dei videogames nelle pratiche didattiche scolastiche: gli abbiamo chiesto se Ruzzle può contrastare l'analfabetismo di ritorno anche negli adulti. «L'analfabetismo – replica – non si combatte con battaglie sul piano dell'espressione, ma su quello dei contenuti, o meglio, nella correlazione. Se le persone che si imbattono in parole sconosciute su Ruzzle avessero la forza di prendere poi in mano un vocabolario cartaceo o cercare la definizione su web, magari un piccolo progresso si avrebbe, ma non sono fiducioso».

Tutti comunque sono d'accordo nel “condannare” coloro che usano app collegate che permettono di fermare il tempo all'insaputa dell'avversario o di visualizzare le soluzioni. C'è poi chi si lamenta su alcune delle parole che il sistema riconosce come valide, da sore a prosai fino a sati, denunciandole come inesistenti: tutte presenti sul dizionario Zingarelli, replicano invece da Mag Interactive. «Forse il fatto dei due minuti frega un po' – conclude Giorgio Jannis –: già se fossero quattro si giocherebbe con meno frenesia e si proverebbe a inseguire meglio le concatenazioni di lettere».

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