«Al posto della villa liberty vogliono un condominio»

SACILE. «Tutta la verità sul villa Poletti». La chiede Rachele Toffoli che ha abitato in affitto, nel villino liberty di viale Zancanaro. Quello che ha scatenato una Dinasty in salsa sacilese.
Amori, rancori, patrimoni a sette zeri, affetti delusi e cause legali davanti al Tar tra eredi, ruotano intorno alla dimora. Un melò, di quelli da stampa patinata, dove i protagonisti non si scambiano gli auguri a Natale e Pasqua.
Il giallo della catena. La catena che ha blindato il cancello che si apriva su una servitù di passaggio, concessa nel giardino che Ida Poletti aveva nel cuore, è il simbolo di una storia a tinte forti. «La servitù è stata tolta dalla nuova proprietà – dicono i vicini di casa di viale Zancanaro –. Ma è un illecito. La sorella di Ida passava da quel cancello, salutava la maestra proprietaria della villa e andava in centro».
La guerra. La variante 63 è stata archiviata dal Comune, che ha sciolto la convenzione con il nuovo proprietario di villa Poletti: non sarà demolita e ricostruita. «Vogliono fare un condomino, mantenendo i muri perimetrali, come prevede la legge – dice Toffoli –. Non va bene: l’eredità non è stata distribuita equamente, pare».
Il ricorso. Sulla vendita del vikllino liberty pende un ricorso al Tar: la guerra a colpi di avvocati, è scoppiata tra gli eredi Poletti e Borrelli-Furlanetto. La sospensiva del Tar ha tolto di mezzo la convenzione con il Comune e per la proprietà Casagrande sono grane, all’orizzonte. L’esproprio di parte del giardino, che è nel progetto comunale appaltato all’impresa di Tramonti, sarà un tira e molla sul valore di una trentina di metri quadri. E la sentenza del Tar potrebbe ribaltare gli atti della vendita.
La benedizione impossibile. «Raccomando – aveva scritto nel testamento Ida Poletti – che nel caso mia nipote Lida (Borrelli, sposata con Ferruccio Furlanetto, uno dei più grandi cantanti lirici del mondo) o i suoi eredi, decidessero di vendere questa mia proprietà, essa venga offerta innanzitutto, in prelazione a mio nipote Ettore (Poletti). Oppure ai figli suoi eredi».
Ma la volontà testamentaria è stata rispettata? Ettore Poletti non parla: ha dato mandato agli avvocati di difendere il diritto di prelazione, che potrebbe – è un’ipotesi – essere saltato con la vendita a Casagrande del villino. «Voglio che la mia casa, oggetto delle mie disposizioni testamentarie, essendo una unità pregevole nel contesto urbanistico di viale Zancanaro, e nel rispetto della memoria e delle raccomandazioni dei miei genitori, non venga mai demolita per costruzioni di altro genere sulla sua area».
Il testamento di Ida Poletti, l’austera maestra innamorata della bellezza è stato rispettato? «Tutte le mie benedizioni a chi, qualunque esso sia, avrà cura della mia casa e del mio giardino. Sacile, 28 settembre 1995».
La vendita e le simpatie. Un assegno che sfiora gli 800 mila euro, sussurrano le “gole profonde”, non sarebbe stato diviso tra i tre titolari dell’eredità. Il 33 per cento (un appartamento) spetta a Ettore Poletti: pare che non abbia visto un euro. Il resto, è di proprietà dei nipoti Furlanetto: Ugo e ducugini. Chi ha ragione, lo decideranno i giudici, in tribunale. «I miei nipoti sono fiori del mio giardino».
La maestra Ida aveva simpatie speciali per il ramo Furlanetto, i nipoti prediletti e il testamento ha scatenato il fuoco intestino. «La maestra Ida ha curato i dettagli del giardino, nell’arco di una vita – ha testimoniato Rachele Toffoli –. Non coglieva nemmeno un fiore, per non violare l’armonia del suo eden». Tramontato nell’incuria e blindato da catene ai cancelli.
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