Al Kennedy i genitori chiamano la polizia ma rimangono fuori
A seguito dell’autoconvocazione di un consiglio d’istituto. Intanto il commissario ad acta ha già approvato i conti

Nuove tensioni all’Itis Kennedy a Pordenone, ieri pomeriggio, quando è stata annullata dalla dirigente Laura Borin la seduta del consiglio di istituto convocata dal presidente Fabio Valeri: poche ore prima, infatti, il commissario ad acta Maurizio Malachin ha approvato il punto all’ordine del giorno sul bilancio 2023 della scuola.
Le cose non sono filate lisce, perché alcuni genitori, studenti e docenti del parlamentino collegiale, alle 17.30 hanno deciso di aprire in ogni caso la seduta, anche di fronte al cancello chiuso della scuola in via Interna.
Alcuni di loro hanno chiamato la polizia. «Ho convocato il consiglio di istituto per affrontare i punti all’ordine del giorno rimasti sospesi nell’ultima seduta – ha detto Valeri –. Sono stati avvisati l’Ufficio scolastico e la dirigente Borin che, poche ore prima della seduta, ci ha comunicato l’annullamento della convocazione».
Una ventina di genitori, studenti e insegnanti sono rimasti fuori. «La nostra intenzione era quella di aprire regolarmente i lavori – hanno spiegato i genitori –. Abbiamo chiamato la polizia e valuteremo se inoltrare segnalazioni o denunce sull’impossibilità di realizzare la seduta convocata».
La dirigente Borin ha preferito non commentare il caso che rischia di congelare il dialogo collegiale tra la scuola e le famiglie, nell’istituto con 1.600 iscritti.
Il commissario ad acta nominato dall’Ufficio scolastico è il dirigente Maurizio Malachin: ha approvato il bilancio 2023 e sbloccato, quindi, spese e investimenti: il totale a pareggio è di 1.216.127,33 euro.
Sul caso Kennedy è intervenuto Alessandro Basso dirigente scolastico prestato alla politica in Regione.
«Le istituzioni competenti hanno preso in mano la situazione – ha verificato – e avvieranno la composizione del caso Kennedy. L’Itis ha bisogno di un clima sereno a garanzia del lavoro quotidiano, per il bene degli alunni. Mi dispiace che qualche rappresentante politico abbia amplificato il caso».
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