Al Centro studi i murales delle idee
E a settembre un concorso per scegliere «frasi originali dedicate a Pordenone»

Dopo l’inaugurazione della poesia di Ludovica Cantarutti, Cosmo saturato, il Comune – come aveva annunciato il sindaco Alessandro Ciriani – ha fatto dipingere lungo il muro del centro studi dieci frasi di altrettanti autori di ieri e di oggi. Un’idea del sindaco Ciriani che ha anche annunciato un concorso che partirà a settembre.
Tutti potranno partecipare proponendo la propria frase, a patto che sia originale e contenga la parola Pordenone. Le frasi migliori verranno dipinte sui muri di alcune zone cittadine. «Una soluzione per diffondere per strada l’arte e la cultura e rendere la città più bella» spiega il sindaco.
Gli autori e gli aforismi scelti per via Molinari da un pool di appassionati vanno dai classici greci e latini (Aristotele, Socrate, Seneca) all’Illuminismo (Locke e Voltaire), passando per diverse epoche, da San Francesco a Ezra Pound, da Neruda a Chateaubriand fino a Bartali. Si, Gino Bartali, il ciclista, che figura nella galleria dei «murales culturali» con un aforisma forgiato dalla sua saggezza popolare: «Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima. Non alla giacca».
Alcune massime, pur vecchie di millenni, non hanno perso di una virgola la loro validità. Come quella di Socrate («Chi vuole muovere il mondo, prima muova se stesso») o di Aristotele («Dove si incrociano le tue capacità e le necessità del mondo risiede la tua chiamata»). Il progetto è nato dopo che il Comune ha ridipinto la poesia storica «Cosmo saturo», sbiaditasi col tempo, della poetessa pordenonese Ludovica Cantarutti.
Le facciate dell’edificio sono ora una sorta di «libro urbano», dipinto da Canton colori, per ispirarsi e riflettere con pensieri di Locke, di Voltaire, di Pound . Vari i riferimenti culturali, dall’ascetismo di San Francesco («Cominciate con fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile») allo spirito militante di Neruda («Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno la primavera») al monito di Seneca per finire col maestro degli aforismi, il politico e diplomatico francese Francois-Renè De Chateaubriand.
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