«Agostino e Angelo Candolini fedeli servitori delle istituzioni»

Padre e figlio, Agostino e Angelo Candolini, il primo presidente della Provincia dal 1920 al 1923 e dal 1948 al 1962 e prefetto dal 1945 al 1946, il secondo sindaco della città dal 1975 al 1985, entrambi fedeli servitori delle istituzioni. Con queste parole, riportate nella targa scoperta ieri sull’abitazione di via Cairoli, il Comune e la Provincia hanno ricordato i due politici udinesi a 30 anni dalla morte di Angelo, il primo cittadino più amato dalla gente.
Alle 15, in via Cairoli, accanto al sindaco, Furio Honsell, al vicesindaco, Carlo Giacomello, e al presidente della Provincia, Pietro Fontanini, c’erano gli ex sindaci Piergiorgio Bressani ed Enzo Barazza, alcuni componenti dell’esecutivo Candolini e soprattutto la consigliera Maria Letizia Burtulo che con dovizia di particolari e di riferimenti storici ha tracciato i profili di Agostino e Angelo Candolini. «Li ricordiamo con gratitudine nella convinzione che nella società dell’immagine, dell’eterno presente e dell’antipolitica, solo la vera comprensione del passato può dare solidità alle ali con cui costruire il futuro».
La commemorazione di Agostino e Angelo Candolini si è trasformata, insomma, in un’analisi dell’attività politica del sindaco che aveva saputo interpretare e anticipare i tempi. L’ha sottolineato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel telegramma inviato a Honsell che non ha mancato di leggerlo: «Per il carattere popolare della sua azione politica, e per il modo con cui affrontava i problemi cittadini e il confronto con gli altri partiti, Angelo Candolini aveva anticipato il profilo del sindaco eletto direttamente».
«Una figura che ha scritto la storia della città ed è entrata nel mito sia per le opere strategiche che ha fatto da sindaco, sia dopo la sua scomparsa quando è riuscito a unirci e a cementare la cittadinanza nel suo ricordo» ha aggiunto Honsell soffermandosi sulle contestazioni subìte da Candolini per la costruzione del cavalcavia di via Cadore. Era come se Honsell associasse le contestazioni del passato a quelle attuali sullo stadio o sul parcheggio di piazza Primo maggio. Candolini, invece - la consigliera Burtulo ne è certa - «avrebbe apprezzato l’operazione stadio voluta dal sindaco Honsell». Dispiaciuto per l’assenza degli amministratori di palazzo Belgrado, Fontanini nel prepararsi a organizzare un convegno di studio sull’attività svolta da Agostino Candolini in veste di presidente della Provincia nel periodo in cui la Provincia friulana era la più grande d’Italia, ha fatto notare che «Udine e il Friuli si sono sviluppati grazie ad Agostino Candolini, il più importante presidente della Provincia».
Tra ricordi e apprezzamenti, la nipote di Angelo Candolini, Laura Iob Lovaria e i pronipoti Lorenzo Bosetti e Nicolò Lovaria, hanno scoperto la targa collocata sulla parete della casa di via Cairoli. Qualche ora più tardi gli amici di Borgo Pracchiuso hanno ricordato Angelo Candolini nella basilica delle Grazie dove il vescovo emerito, Pietro Brollo, ha celebrato l’ormai tradizionale Messa.
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