Adoc: i prezzi devono calare del 20%

Previti: è l’unica ricetta per rilanciare i consumi, battere la crisi e ridare ossigeno alle famiglie
INCHIESTA
Secondo l’Adoc, ci sono ancora molte, troppe famiglie che non sanno comprare. Ovvero, anche se si trovano in ristrettezze economiche, continuano ad acquistare merce che, poi, in parte gettano nella spazzatura.


APPELLO
Secondo il presidente dell’Adoc il sostegno delle istituzioni, come i contributi elargiti dal Comune alle famiglie in difficoltà, è importante, ma fondamentale è la riduzione consistente dei prezzi al consumo.


«Abbattere i prezzi dei beni di consumo di almeno il 20% è l’unica ricetta per ridare ossigeno alle famiglie e rilanciare i consumi». È quanto propone il presidente dell’Adoc, Ugo Previti, rilanciando a Gorizia una proposta che l’associazione ha fatto a livello nazionale. «Il sostegno delle istituzioni, come i contributi del Comune, sono importanti, ma fondamentale è la riduzione consistente dei prezzi».


Previti ammette che «già i vari gruppi alimentari effettuano offerte speciali su pacchetti variabili di prodotti, però sarebbe importante che lo sconto riguardasse contestualmente tutte le categorie, dagli alimentari all’abbigliamento ai casalinghi. E quando si parla di sconti, ovviamente, ci si riferisce a quelli reali e non a quelli effettuati dopo aver alzato il prezzo».

Secondo il presidente dell’Adoc, i primi ad avvantaggiarsene sarebbero proprio i commercianti.


«È evidente che con l’aumento di disoccupati e cassintegrati i consumi calano perché si riduce il budget a disposizione delle famiglie, molte delle quali riescono a malapena a pagare le spese fisse, ovvero le bollette, le assicurazioni e l’affitto o il mutuo. In questa situazione si taglia tutto ciò che è possibile tagliare, compresi gli alimentari. Ciò non fa che acuire la crisi dei commercianti, che vedono diminuire gli incassi e diventano a loro volta vittime di questa pesantissima crisi.


L’unica strada da seguire è quella dell’abbassamento ulteriore dei prezzi, solo così si potranno rilanciare i consumi. Mi rendo conto che qualche negoziante dirà che non è possibile perché, alla fine, ci rimetterebbe, visto che anche gli operatori economici devono affrontare ingenti spese di gestione, ma io credo che, per un periodo, potrebbero senz’altro sperimentare questi sconti».


Previti, però, lancia anche un altro appello. «Secondo le nostre inchieste, che vengono effettuate su base nazionale, ci sono ancora molte, troppe famiglie che ancora non sanno comprare. Ovvero, anche se si trovano in ristrettezze economiche, continuano ad acquistare merce che, poi, in parte gettano nel bidone della spazzatura. In particolare frutta e verdura.


Pensando di risparmiare, per esempio, acquistano grandi quantitativi di un determinato tipo dell’una o dell’altra quando sono in offerta e poi, non riuscendo a mangiare tutto perché si tratta di merce che deperisce subito, una parte marcisce e viene scartata. E così, ogni anno, le famiglie italiane buttano nel cassonetto 561 euro, pari al 10% della spesa totale annua effettuata e, oggi come oggi, destinare questa somma alla pattumiera è un lusso che non possiamo permetterci».


Va detto, per onor di cronaca, che già parecchie catene di alimentari, proprio in seguito all’ulteriore calo dei consumi, stanno lanciando offerte decisamente allettanti, con sconti su parecchi prodotti. Una gara al ribasso che alla fine avvantaggia certo il consumatore che, però, continua a effettuare i propri acquisti con il contagocce.

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