Addio Trump, Jacuzzi torna a casa

Il colosso del benesse porta in Friuli parte della produzione: una linea lascia gli States per il polo di Valvasone-Arzene. Milano, appena aperto, sarà quartier generale per il mercato europeo. Nel 2015 il fatturato del gruppo, controllato da Apollo Management Found, si è attestato attorno ai 500 milioni di dollari di cui 100 milioni realizzati nel vecchio continente

PORDENONE. Trump vuole tutte le aziende Usa negli States e Jacuzzi torna in Friuli, in barba a Trump. E’ di ieri l’annuncio che la multinazionale fondata negli Usa dai fratelli Jacuzzi, emigrati nel secolo scorso da Casarsa della Delizia e stabilitisi in California, ha deciso di trasferire nello stabilimento italiano di Valvasone-Arzene parte della produzione che oggi realizza negli Stati Uniti.

Si tratta di alcuni modelli di mini-piscine idromassaggio da esterno (meglio note come Spa). Una mossa, quella del trasferimento di produzioni dagli Usa all’Italia, che rappresenta anche un «brutto colpo» per la politica “America First” del presidente Trump che sta creando qualche problema di strategie alle aziende. Uno schiaffo, quello di Jacuzzi, che ha avuto un avvio con l’apertura del suo quartier generale europeo “marketing, sales and contract” a Milano.

Ora il brand sposta pure la manifattura di alcune delle vasche più famose del mondo in Friuli. Una decisione che «integra e supporta l’apertura avvenuta da pochi mesi dell’Headquarter Europeo Jacuzzi Emea a Milano».

«Ma lo sgambetto (che non pare manifestamente ostile) alle politiche di Trump arriva dalla localizzazione della produzione delle spa in prossimità dei principali Paesi potenziali acquirenti: Gran Bretagna, Francia, Germania, Svizzera, Paesi Scandinavi, Russia e Italia».

La scelta dell’Italia sta poi nel fatto che in nostro Paese «grazie «all’alta vocazione manifatturiera e agli standard qualitativi elevati» è il luogo più adatto visto che combina grandi vantaggi logistico-distributivi, dovuti alla collocazione geografica alla presenza di un polo produttivo già avviato e che verrà rafforzato.

Dunque dopo l’apertura avvenuta del quartier generale europeo marketing a Milano, anche questa decisione rientra nella strategia dell’azienda di potenziare la propria presenza in Europa e Asia nel mercato delle Spa. L’obiettivo a breve è quello di superare la quota di mercato per questo segmento di prodotto del 20 per cento entro i prossimi tre anni, e questo anche grazie a nuovi investimenti in ricerca e sviluppo che dovrebbero attestarsi attorno al milione di euro.

La scelta di incrementare i volumi dello stabilimento pordenonese ha evidentemente più di una motivazione. Innanzitutto quella di Valvasone-Arzene è l’unica fabbrica Jacuzzi in Italia, avviata negli anni 70 dai fondatori dell’azienda, i fratelli Jacuzzi, che avevano voluto in questo modo rendere omaggio alla propria terra d’origine creando una filiale dell’azienda - all’epoca familiare, oggi controllata da Apollo Management Fund - che generasse opportunità di lavoro.

Un’altra ragione sta nel riportare a regime uno stabilimento che, al pari di altri e di quasi tutti i settori, ha risentito della crisi economica. Tanto che i livelli occupazionali si sono sensibilmente ridotti nel corso degli anni, attestandosi su poco più di 150 addetti.

E sebbene il settore dell’edilizia - a cui quello sanitario e del benessere è collegato - registri qualche segnale di ripresa, la saturazione degli impianti a Valvasone-Arzene non è ancora stata raggiunta, tanto che l’azienda ha fatto ricorso ai contratti di solidarietà. Il segmento di mercato che, invece, presenta segnali di maggiore dinamismo, è quello legato allo sviluppo del turismo del wellness.

«Nei prossimi 3 anni Jacuzzi otterrà un incremento del 50 per cento per volumi produttivi e di affari nel mercato delle Spa, questo anche grazie allo sviluppo del settore contract: il nostro obiettivo è quello di accrescere la nostra quota per l’area Europa al di sopra del 20 per cento», ha dichiarato a questo proposito Fabio Felisi, presidente e general manager Jacuzzi per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) e Asia.

«Questo ambizioso obiettivo sarà raggiungibile generando vantaggio competitivo attraverso la creazione di prodotti premium: sono previsti - ha spiegato ancora Felisi - investimenti per oltre 1 milione di euro nel settore ricerca e sviluppo che permetteranno di sfruttare al meglio le eccellenze operative del gruppo e di ottimizzare i sistemi produttivi e la distribuzione a livello globale, in un’ottica di lean production e industria 4.0».

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