Addio all’osovano Pietro Pascoli Era il ferroviere partigiano

Anche quest’anno avrebbe desiderato essere ancora là, sul palco di piazza Libertà, per le celebrazioni del 25 aprile, con il fazzoletto verde stretto al collo. Invece con rammarico aveva dovuto gettare la spugna, per le sue condizioni fisiche già precarie. Ieri mattina Pietro Pascoli, il ferroviere partigiano, nome di battaglia “Pedal”, se n’è andato per sempre. Si è spento in un letto della Quiete, dove era ospite da un mese, a 91 anni (ne avrebbe compiuti 92 il 29 maggio).
Quella di Pascoli è una delle storie di partigiani che hanno fatto grande, da tramandare ai posteri, la lotta di liberazione in Friuli. Udinese di borgo Villalta, dove era nato nel 1920, si era arruolato nell’esercito italiano, corpo degli alpini, brigata Julia, e aveva combattuto nelle campagne di Grecia, Albania e Balcania. Dopo l’8 settembre 1943 il rientro in Italia, e l’assunzione, il 16 settembre, alle Ferrovie, con l’incarico di “frenatore”. Non cominciò subito la lotta partigiana perchè voleva la pace e vivere insieme alla giovane compagna (e poi moglie inseparabile) Elda Verona, ma un episodio gli fece scegliere, senza esitazione, da che parte stare. Nella stazione di Gemona, nella primavera del 1944, arrivò un convoglio con i deportati per la Germania chiusi nei carri bestiame: Pascoli voleva dare loro un po’ di sollievo offrendogli dell’acqua, ma le fucilate delle sentinelle naziste impedirono a chiunque di avvicinarsi ai vagoni dei reclusi. La rabbia che lo investì fu pari all’odio sempre nutrito contro l’arroganza, la violenza, i soprusi e la crudeltà. Da lì comincia la lotta partigiana di “Pedal” che, nell’autunno del ’44 è a Carlino, nella Bassa, agli ordini del cappellano don Redento Bello, nome di battaglia “Candido”. Nei giorni della liberazione Pascoli è tra Mortegliano e Portogruaro con il grado di Ispettore divisionale della Osoppo. Entra in Udine, da via Trento, il primo maggio 1945 con i reparti della seconda Divisione “Osoppo Friuli”. La guerra è stata durissima e Pietro è malconcio di salute: si fa 6 mesi di convalescenza per conseguenze di ferite di arma da fuoco, turbe funzionali cardiache, esaurimento fisico. Il 21 ottobre dello stesso anno sposa Elda Verona, che aveva conosciuto da ragazzino alla festa di San Valentino in borgo Pracchiuso. E’ stato decorato con la croce al merito di guerra, nel 1982 gli è stato conferito il grado di capitano degli alpini a titolo onorifico.
“Pedal”, il biondo partigiano dai baffetti alla Clark Gable, torna a essere solo un ferroviere, fino al 1977, quando andrà in pensione. E’ stato socio fondatore dell’Associazione partigiani Osoppo, della quale è stato anche presidente. I funerali saranno celebrati martedì alle 10.30 nella chiesa di San Paolo.
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