Addio all’imprenditore Ruggero Polese

SACILE. Addio a un grande imprenditore. Affari e nuovo umanesimo sono state le due stelle polari dell’imprenditore Ruggero Polese che si è spento, ieri, a Sacile. Classe 1929, Polese ha intrecciato la storia della sua impresa a quella della città, negli anni del boom edilizio.
La “Polese spa” regge la sfida dei mercati anche negli anni della grande crisi edilizia: con i figli Pio, Davide, Andrea, la figlia Laura che lavora a Milano e la madre Francesca Pighin. Ieri sera, il rosario alla memoria è stato recitato in Duomo e i funerali saranno celebrati la prossima settimana.
«Un grande protagonista del recupero del centro storico a Sacile – l’ha ricordato così il sindaco Roberto Ceraolo – e attento anche al sociale». L’onorevole e consigliere comunale Isidoro Gottardo ne ha ricordato la tenacia. «Un innovatore – ha rievocato gli anni Settanta – dell’edilizia industrializzata, con l’occhio attento al modello francese».
Fare impresa. L’impresa di famiglia è nata dalla esperienza imprenditoriale giovanile del geometra Ruggero Polese, condivisa nel successo con altri soci. Nella prima metà degli anni ’70 Polese decide di approfondire e migliorare l’esperienza fondando un’autonoma impresa di costruzioni edili: civili, private, turistiche, pubbliche, alla residenziale pubblica. Un esempio: le case Ater a Pordenone con le finestre “a nastro” nel rione Rorai in via Pontinia.
La storia. L’attenzione allo sviluppo ed alla modernizzazione dei cantieri, all’uso di tecnologie innovative e industrializzazione della produzione, hanno consentito alla Polese di aggiudicarsi le prime opere pubbliche col sistema dell’appalto-concorso in ambito nazionale e centronord.
Gli altri settori dell’attività sono la passione dell’arte e del recupero. Il primo intervento a Sacile è la sede dell’impresa in Campo Marzio, con il recupero di palazzo Candiani. Poi, interventi pubblici in Veneto (chiesa di Santa Caterina a Treviso) e Friuli (teatro Verdi a Gorizia, palazzo Flangini-Biglia a Sacile, castello di San Vito).
Le infrastrutture. Negli anni Ottanta la Polese acquisisce una società minore che si occupa di opere infrastrutturali: strade, ponti, acquedotti, gasdotti, fognature. Tra le opere di ristrutturazione: la centrale idroelettrica di Caneva, il lotto 26 sulla A28, opere di metanizzazione dei Comuni del Livenza, e nell’area pedemontana friulana, edilizia residenziale pubblica a Venezia.
Nel mercato locale esegue complessi residenziali, ristrutturazioni e recupero del patrimonio edilizio storico. Ha acquisito un ramo aziendale dell’ex Fadalti e guidata dalla seconda generazione Polese, l’impresa guarda alle nuove frontiere dell’appalto pubblico-integrato e project financing.
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