Addio all’artista “puro” Bruno Barborini

PORDENONE. Con il suo pennello aveva contribuito a disegnare una pagina importante della pittura internazionale: era partito da un paesino del Friuli, Torsa di Pocenia, e in regione aveva voluto tornare dopo aver girato il mondo, soprattutto in America, e aver vissuto straordinarie esperienze con importanti artisti.
Ora quel pennello s’è posato per sempre, a fianco della tela: Bruno Barborini, 92 anni, è morto ieri a Pordenone. Aveva dipinto fino a un paio d’anni fa, ovvero sino a quando la salute glielo aveva permesso.
Era un artista puro: nella sua vita aveva sempre e solo dipinto. La sua casa era il suo laboratorio e la sua vita era fatta di pittura. Da Torsa, la famiglia partì per Latina quando Bruno aveva 8 anni. Fu in questa città che cominciò la sua carriera di pittore sotto la guida di un maestro di scuola napoletana.
Nel 1953 se ne andò in America: New York, Miami, Città del Messico dove conobbe Rufino Tamayo con il quale, oltre a una grande amicizia, dividerà anche un sodalizio artistico fatto di ricerca e azione su un nuovo linguaggio pittorico. L’esperienza messicana ispirò e influenzò i caratteri della pittura di Barborini.
Innumerevoli le sue esposizioni, sia in Italia sia all’estero, soprattutto in America, dove è conosciuto come uno dei grandi interpreti della pittura italiana del ’900.
Poi, il ritorno in Italia negli anni Settanta: per problemi di salute aveva deciso di venire a Pordenone dove viveva il fratello (che in città aveva gestito diversi ristoranti). Qui conobbe la moglie (scomparsa quattro anni fa) e a Pordenone nacque il figlio Marco, dove vive tuttora.
«I miei genitori si separarono quando avevo otto anni – ricorda Marco –. Dopo una breve parentesi a Roma, mio padre tornò in Friuli e andò a vivere a Pocenia. La sua casa era proprio la casa di un artista, completamente focalizzata nell’arte. Era molto grande ed era il suo laboratorio».
Bruno Barborini aveva un carattere molto forte e nel suo lavoro amava isolarsi. «Non frequentava gli ambienti dell’arte – spiega il figlio –. Quand’era a Roma aveva frequentato il gruppo di Guttuso, ma poi si era allontanato».
Era rientrato a Pordenone quattro anni fa, quando l’età aveva cominciato a dargli problemi e si era accasato dal figlio, sino a un anno fa, quando l’aggravamento della salute lo costinse al ricovero a Casa Serena: «Aveva un carattere molto forte».
I funerali saranno celebrati domani alle 15 nella chiesa di San Giovanni Bosco. Dopo le esequie la salma sarà cremata e le ceneri saranno deposte nella tomba di famiglia a Torsa.
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