Addio al “pioniere” di Ponte rosso
San Vito, morto a 86 anni l’imprenditore Giorgio Antoniazzi. Il presidente del consorzio: «Qui c’è tantissimo del suo lavoro»

SAN VITO. Con Giorgio Antoniazzi se ne va un pezzo dell’imprenditoria friulana: la sua azienda, una delle primissime in località Ponte rosso, dove poi si è sviluppata l’omonima zona industriale, ha realizzato strade e infrastrutture pubbliche in tutta la regione. È morto a 86 anni, lasciando la moglie Loredana, i figli Alessandro e Federico e altri parenti. Domani alle 15 il funerale in duomo, dove oggi alle 19 sarà recitato un rosario.
Nato a San Giorgio di Nogaro, in gioventù aveva lavorato in imprese di Udine e Tricesimo. Nel 1969 decise di trasferirsi a San Vito, realtà che già conosceva, per realizzare il sogno di avviare una propria attività. Attratto anche dalle prospettive del nascituro consorzio Ponte rosso, quell’anno acquistò un lotto e avviò l’impresa Antoniazzi. Oltre alla sua, stava sorgendo soltanto un altro paio di aziende in quella zona, pressoché priva di infrastrutture: fu la sua impresa a realizzarle.
L’Antoniazzi si dedicava a lavori pubblici nel settore dell’edilizia: coordinamento ed esecuzione di strade, autostrade, acquedotti, fognature, opere di irrigazione, difesa e sistemazione idrauliche, impianti di energia elettrica e movimenti di terra. Innumerevoli le opere eseguite per conto di enti: tra quelle nel Sanvitese, i centri storici di San Vito e Sesto, viabilità, fognature e raccordo ferroviario della zona industriale, argini del Tagliamento e sistemazione del Fiume. L’azienda ha realizzato opere nei paesi terremotati come nelle città, centinaia di chilometri di canali per i consorzi di bonifica, l’acquedotto della Val d’Arzino e molto altro.
Ha sempre avuto una guida familiare, che ha visto coinvolti anche i figli (e la figlia Raffaella, mancata nel 1997 per un incidente). All’apice, negli anni Novanta, l’impresa contava oltre 60 dipendenti. Ora si trova in concordato, situazione conseguente al calo dei lavori pubblici e a un settore cambiato radicalmente.
Antoniazzi ha seguito l’azienda sino a pochi anni fa, sino a quando la salute gliel’ha permesso. «Era innamorato del suo lavoro, che gli ha comportato rinunce, ma anche soddisfazioni – ricorda il figlio Alessandro –. Centinaia di persone continuano a testimoniarne doti e correttezza: era un riferimento anche per i colleghi». Il presidente del consorzio Ponte rosso-Tagliamento, Renato Mascherin, conobbe Antoniazzi negli anni Settanta, ai tempi dell’insediamento della Brovedani: «Giorgio ha seguito l’infrastrutturazione di Ponte rosso sin dall’origine – ricorda Mascherin –. Qui c’è molto del suo lavoro e del suo modo di fare. Se la zona industriale si è evoluta e ha sostenuto lo sviluppo economico e sociale del territorio, una parte del merito va riconosciuta anche a questo grande imprenditore».
«Un grande lavoratore, un uomo concreto, di poche parole, ma con un cuore grande», ricorda l’ex collaboratrice Alessandra Covassin. Non mancano aneddoti legati alla sua attenzione per la gente e la terra: in località Ponte rosso, si impegnò a spostare il capitello dedicato alla Madonna – che altrimenti sarebbe stato rimosso – conoscendo quanto le persone tenessero a quel luogo.
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