Addio al dottor Conte ha fatto nascere migliaia di udinesi

Sono 20 mila gli udinesi venuti al mondo grazie a Sergio Conte, il ginecologo di 86 anni che si è spento nei giorni scorsi a causa di un malore. E chissà quanti di quegli udinesi ieri erano presenti al Tempio ossario per dare l’ultimo saluto al dottore che non aveva mai smesso di lavorare. «Andava in ambulatorio ogni pomeriggio - racconta il figlio Fabio -, lo ha fatto anche il giorno in cui si è sentito male. Per lui era molto più di una professione, era una passione e poi voleva sentirsi attivo».
Conte si era specializzato in ostetricia a Padova, ma aveva anche una specializzazione in pediatria ottenuta a Modena, a dimostrazione del fatto che la medicina era la sua più grande passione. E nei suoi primi si era dedicato proprio alla pediatria. «Quando poi, nel 1957, ha iniziato a lavorare in Ostetricia non ha più cambiato e quella volta - ricorda ancora il figlio - le strutture sanitarie in grado di ospitare una puerpera erano soltanto due: l’ospedale e la Casa di cura». E Conte, dopo un periodo alla clinica Nicoletti, lavorava nella struttura di viale Venezia. «Venivano anche dalla Carnia per partorire - sottolinea il figlio -, quella volta c’erano due o tre parti al giorno e se pensiamo che mia papà ha lavorato fino a circa 70 anni direi che la stima delle 20 mila nascite che ripeteva spesso e di era orgoglioso, è sicuramente attendibile».
Anche dopo la pensione, Conte aveva continuato a lavorare nello studio di via Marangoni, che si trova al primo piano del condomio dove abitava. Per andare nell’ambulatorio quindi gli bastava scendere una rampa di scala, così era sicuro di arrivare anche in caso di “emergenze”.
Ma la medicina non era l’unica passione di Conte che era anche un discreto tennista. Tanto che gli amici del tennis Garden hanno voluto che accando alla salma, per accogagnarlo nel suo ultimo viaggio ci fosse anche la maglietta del circolo che aveva frequentato assiduamente per tanti anni. Nato a Latisana, Conte aveva poi sempre vissuto a Udine ed era molto legato al Friuli.
La sua salma sarà cremata, come aveva deciso di fare anche la moglie, mancata due anni fa, dopo una vita (erano sposati dal 1959) insieme. (c.r.)
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