Addio a Vinicio Dovier “ mito” della cucina friulana

Con Gianni Cosetti fece conoscere al mondo la gastronomia della regione. Per 30 anni al Boschetti di Tricesimo in magica accoppiata con Giorgio Trentin

UDINE. «Il nostro mondo della cucina ha perso il suo Von Karajan, metà direttore d’orchestra e metà “docente universitario” per generazioni di cuochi del Friuli Venezia Giulia». Con un groppo alla gola, il giornalista, scrittore ed enogastronomo Walter Filiputti commenta la notizia della morte dell’amico Vinicio Dovier, popolarissimo “master chef” gradese-tricesimano spentosi ieri, a 70 anni, dopo una lunga malattia.

I dioscuri, amatissimi, della cucina regionale erano e saranno sempre Vinicio e Gianni Cosetti, capaci di riscoprire, portare e far apprezzare i nostri piatti ovunque - e con successo - nel mondo. Se Gianni ha genialmente rivalutato la cucina della tradizione, Dovier, con la sua creatività “graesana”, era invece partito dalle radici per andare oltre, per cercare nuove strade: dobbiamo a lui l’“ingresso ufficiale” in Friuli Venezia Giulia della cosiddetta Nuova cucina.

Ma dire Vinicio significa dire Boschetti. Ai fornelli dello storico ristorante di Tricesimo per quasi 30 anni fu «maresciallo e direttore d’orchestra», dice affettuosamente Filiputti. Un successo perfetto perché perfetta fu l’accoppiata, umana e professionale, con il maître Giorgio Trentin: insieme portarono l’antica locanda fra i primi 10-20 ristoranti d’Italia, unica in regione a meritarsi due stelle Michelin.

Infiniti i riconoscimenti, decine i cuochi formatisi alla sua “università”, una piccola Oxford del mangiar bene. «Era soprattutto amico prezioso - ricorda ancora Walter -. Memorabili le grigliate di pesce nel suo “cason” in laguna con lo stesso Trentin, Busdon e Piccinardi.

Altrettanto indimenticabile fu la storica Cena delle stelle nel maggio ’83 a Tricesimo, quando Vinicio si superò per essere all’altezza (con il capretto al forno forse fu anche meglio di loro) di autentici miti come Gualtiero Marchesi, Colombani, Andrea di Merano e Pinchiorri. Vinicio ha spento i fornelli del Boschetti nel 1993, rimanendo comunque a vivere a Tricesimo.

Ma poi è stato consulente e insegnante per tanti giovani, dedicandosi anche al catering di alto livello con Romeo Sturma. Soltanto la malattia ne ha fermato troppo presto la grande creatività».

La sua Unione cuochi del Friuli Venezia Giulia oggi piange un maestro affettuoso ed esigente, come si diceva, un perfetto mix di caratteri, come un grande chef in fin dei conti deve sempre essere: mai pago, sempre curioso, ancor di più coraggioso.

Per questo saranno sicuramente moltissimi gli amici e gli estimatori che domani, alle 15.30, nel duomo di Tricesimo gli esprimeranno il proprio grato affetto stringendosi accanto alla moglie Eti, alle figlie Lauretta e Marisa, al genero Andrea e ai nipoti Camilla e Riccardo. (n.c.)

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