Addio a Romana Malignani «Nei suoi racconti un’epoca»

Si è spenta a 84 anni: era moglie di Paolo, erede dell’inventore Arturo Il figlio Federico: «Con la sua memoria teneva in vita i personaggi del passato»



Ascoltarla era per tutti un piacere. Perchè quando Romana Stocchi Malignani cominciava a raccontare le vite degli altri, specie quelle di chi non c’era più, era come se una luce si accendesse all’improvviso sulla storia. Dotata di una formidabile memoria, oltre che di grazia e di una spontanea simpatia, riusciva a conquistare l’attenzione di chiunque le stesse attorno, regalando momenti di grande intensità emotiva. Lo faceva a casa, con i suoi familiari, e fuori, con amici e conoscenti, pescando tra i ricordi di un passato a sua volta attraversato da persone e cose indimenticabili. Ecco perché, ora che neppure lei c’è più, sarà davvero difficile ricreare quella sorta di magia.

Il sipario è calato sulla sua vita all’età di 84 anni, nella casa di Udine dove dal 1956 si era trasferita insieme al marito Paolo, nipote del celebre inventore Arturo. Rimasta vedova nel 1992, era circondata dall’amore dei figli Alberto e Federico e delle rispettive famiglie, che, conoscendone il carattere schivo e moderato e ritenendo quindi di rispettarne in tal modo le volontà, hanno scelto di salutarla con un rito funebre celebrato in forma strettamente riservata.

Originaria di Aquileia, Romana era rimasta orfana di padre a soli nove anni e dalla casa natale si era successivamente spostata con la madre Anna e la sorella Giulia a Udine. È qui, lavorando negli uffici del commendatore Camillo Malignani, figlio di Arturo e padre di Paolo, che la sua vita aveva cambiato corso, imboccando la strada dell’amore e del matrimonio. Aveva 21 anni e da quel momento, moglie devota al fianco di Paolo e, poi, madre premurosa dei loro due ragazzi, si era dedicata con passione alla famiglia e alla casa, diventando un faro per tutti.

«È sempre stata il nostro punto di riferimento – ricorda Federico –. Una donna forte e decisa e, al tempo stesso, estremamente riservata. Nessuno come lei sapeva raccontare le cose: manteneva in vita le persone del passato attraverso la sua eccezionale memoria». Non è un caso, allora, se una parte delle storie raccolte nel libro “Arturo Malignani. Con il futuro negli occhi”, scritto da Elena Commessatti ed edito dalla Forum nel 2015, fossero state attinte proprio da quel suo scrigno di ricordi. L’opera era stata presentata in occasione del 150° anniversario dalla nascita dell’inventore della luce elettrica, quando lo stesso bisnipote Federico aveva curato insieme all’autrice della biografia l’allestimento di una mostra di fotografie e documenti inediti a Palazzo Morpurgo.

Un ulteriore motivo di orgoglio per Romana, che insieme al marito, e poi anche dopo la sua scomparsa, non aveva perso occasione per nutrire la propria curiosità culturale. «Era una grande appassionata di musica classica e leggeva molto», ricorda ancora Federico. Per non dire del golf, che praticava con entusiasmo e che aveva imparato a conoscere e apprezzare soprattutto al club di Villalta di Fagagna, di proprietà della famiglia Malignani fino al 2013. Impareggiabile anche come nonna, Romana lascia un vuoto pure tra gli adorati nipoti. «Era speciale – dice Vittoria – e con lei era bello parlare, confrontarsi e ascoltare: in tutto quello che raccontava, anche negli aneddoti, c’era il riflesso della saggezza di un’epoca passata. Con lei sono diventata adulta». —



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