Addio a Resi Del Cont, la cugina "segreta" di Anna Frank che abitava a Pordenone

Nata ad Amsterdam, da un decennio soggiornava a Casa Serena.Per molti anni tacque il legame familiare: «C’era un clima di paura» 

PORDENONE. Si è spenta l’altro ieri a Casa Serena – dove era ospite da un decennio e dove venerdì 18 settembre alle 15.30 verranno celebrati i funerali – Teresa Del Cont, detta Resi, 96 anni. Si era rivelata «cugina collaterale» della vittima dell’Olocausto più conosciuta al mondo, Anna Frank, attraverso la famiglia della madre.

A tramandare e supportare i suoi ricordi furono un sacerdote – don Matteo Pasut, che accompagnò le popolazioni di Erto e Casso dopo il Vajont – e una professionista.

Teresa Del Cont era nata a Budapest il 21 marzo 1924. Poco dopo venne battezzata a Esztergom. Figlia unica di Placido, originario di Pordenone all’epoca emigrato in Ungheria, e di Francesca Corosset. La coppia si conobbe ad Amsterdam. Perse mamma a 4 anni, papà a 10. «Poco prima che venisse a mancare mamma venni mandata in Italia, dai nonni e dalla zia, che abitavano in zona Cappuccini. Poco dopo, infatti, si ammalò anche papà. E capii perché mi avevano allontanata da Amsterdam».

I destini di Teresa e Anna si incrociarono da lontano. Teresa era già in Italia quando la cugina collaterale viveva gli ultimi anni. Anna Frank era nata il 12 giugno 1929 a Francoforte. La crisi economica, la salita al potere di Hitler e i sentimenti antisemitici imposero alla famiglia di lasciare la Germania. Otto Frank e la moglie Edith si spostarono ad Amsterdam. La libertà degli ebrei era via via più limitata, Otto ed Edith Frank decisero di nascondersi. Per due anni vivranno nell’alloggio segreto, dove Anna appunta le giornate che daranno vita al Diario che ha commosso il mondo.

Teresa Del Cont era in Italia. Di questi fatti sarebbe venuta a conoscenza dopo la seconda guerra mondiale. Il padre Placido era figlio di Valentino Del Cont e di Teresina Frank, «legata alla famiglia di Anna». La quale «è cugina collaterale», come annota nella sua ricerca don Matteo Pasut e confermava l’anziana pordenonese.

«Appresi dell’epilogo della famiglia Frank alla fine della guerra – ricordava Teresa in un’intervista al Messaggero Veneto di tre anni fa –. Per molti anni non parlai dei miei legami con loro. Me lo consigliarono i parenti, perché c’era un clima di paura». Ma i contatti con Otto Frank non si interruppero. «In tempo di guerra – raccontò – non era possibile, ma dopo ci siamo sentiti diverse volte».


 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto