Addio a Leonarduzzi, tra i fondatori della Società friulana di archeologia

L’archeologia era la sua passione, che coltivava da una quarantina d’anni con amore e perizia, contribuendo a riportare alla luce importanti pezzi di storia rimasti nascosti per secoli. Della sua...
L’archeologia era la sua passione, che coltivava da una quarantina d’anni con amore e perizia, contribuendo a riportare alla luce importanti pezzi di storia rimasti nascosti per secoli. Della sua esperienza e meticolosità si era avvalsa anche la Società friulana di archeologia, che ora piange la scomparsa di Aleardo Leonarduzzi, morto domenica sera all’ospedale di San Daniele, dove era ricoverato da qualche giorno in seguito a un ictus cerebrale. Aveva 77 anni.


Informatore medico scientifico per una ditta americana, era in pensione da alcuni anni e da una quarantina si dedicava all’archeologia. È stato uno dei soci fondatori della Società friulana di archeologia nel 1989. «L’ho conosciuto bene, ha contribuito a creare la Società – riferisce Massimo Lavarone, tesoriere del sodalizio – e di lui conservo un ricordo bellissimo: era un appassionato incredibile della storia e dell’archeologia. E aveva anche una manualità fine per il restauro, tanto che all’interno della Società friulana aveva ricoperto il ruolo di responsabile proprio in questo settore».


Assieme ad altri volontari della Società friulana di archeologia aveva per esempio partecipato al ritrovamento di undici piastrelle, risalenti al XVI secolo, durante gli scavi compiuti a palazzo Ottelio, sede del conservatorio Tomadini. Era il giugno 1996 ed erano stati riportati alla luce eccezionali pezzi del Rinascimento che si pensava fossero introvabili dalle nostre parti. Aleardo Leonarduzzi aveva fornito il suo contributo anche nella catalogazione delle piastrelle rinascimentali, cui era seguita la stesura di un catalogo.


Negli ultimi anni aveva diminuito gli impegni, ma si dilettava ancora a restaurare oggetti.


«Avevamo perso i genitori da ragazzini – racconta il fratello Giorgio – e Aleardo ha fatto da mamma e papà a mei e ai nostri fratelli. È sempre stato un punto di riferimento. Era appassionato di storia, ad affascinarlo – ricorda il fratello – era soprattutto il periodo medievale e anche le ceramiche di quel periodo. Negli ultimi 30 anni era diventato un esperto in materia. Aveva partecipato alla catalogazione delle ceramiche custodite nei Musei civici di Udine e alla ricostruzione dei pezzi mancanti. Nel catalogo, in particolare, il suo intervento si era soffermato sulla ceramica graffita e sulla maiolica rinascimentale». Aveva preso parte anche «agli scavi del castello di Colloredo di Monte Albano, contribuendo a sistemare i reperti ritrovati».


Aleardo Leonarduzzi, che viveva da vent’anni a Pozzalis (Rive d’Arcano), lascia la moglie Adriana e i figli Davide e Daniela. I funerali saranno celebrati domani, alle 15, nella chiesa di Pozzalis (vi si giungerà dall’ospedale di San Daniele).


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