Addio a Ken Jacuzzi imprenditore e artista

Il figlio del fondatore dell’impero industriale è morto in Arizona a 75 anni. Una grave disabilità non gli ha impedito una vita di lavoro attiva in tutto il mondo

PORDENONE. Dopo una vita di successi professionali, ma anche di dura lotta contro l’artrite reumatoide che l’aveva colpito da bambino, a soli due anni di età, è morto a Phoenix, in Arizona, l’imprenditore e artista Kenneth Jacuzzi.

Il 75enne era il figlio più piccolo di Candido, uno dei sette fratelli fondatori della multinazionale produttrice di vasche idromassaggio che ha sede anche a Valvasone.

Kenneth, conosciuto col diminutivo di Ken, per trent’anni ha operato come amministratore delegato, occupandosi di gestione di produzione, marketing e ricerca e sviluppo negli Stati Uniti, in Europa e Cina.

Ha pure insegnato gestione aziendale in America e altri Paesi e collaborato a una serie di iniziative imprenditoriali per sviluppo e commercializzazione di software didattici e di riconoscimento vocale per Pc.

La malattia lo ha costretto sin da piccolo sulla sedia a rotelle. Era il 1943 quando è arrivata la diagnosi: una forma grave di artrite reumatoide. Quindi l’inizio delle cure in ospedale.

Il padre Candido, alle prese con lo sviluppo del progetto aziendale, è sempre stato attento alle esigenze del figlio: tra un’invenzione e l’altra, ha pensato di creare un dispositivo ad hoc per garantire le cure a quello che all’epoca era il piccolo di casa.

Avendo notato che le sessioni idroterapiche in ospedale contribuivano ad alleviare in maniera sensibile le sofferenze di Ken, nel 1956 Candido ha realizzato la prima pompa a immersione che sintetizza gli effetti curativi dell’idroterapia. Un’invenzione che ha consentito al figlio di proseguire coi trattamenti idroterapici nella propria abitazione.

E’ nata così la J-300, una pompa a getto che sintetizza gli effetti curativi dell’idroterapia. Il progetto di Candido Jacuzzi è stato in seguito rielaborato dal nipote Roy, che ha progettato una vasca con bocchette integrate e un sistema idromassaggiante, la base di ogni modello Jacuzzi. Ken ha sempre affrontato con tenacia la malattia e non si mai è arreso.

Ha tagliato traguardi di successo nella scuola e nel lavoro: ha conseguito prima la laurea in California, poi un master in business administration (è il più importante programma di specializzazione manageriale post laurea al mondo) a Glendale.

Conosceva quattro lingue: oltre all’inglese, spagnolo, francese e italiano, la lingua del padre. E’ stato impegnato anche nel sociale, in progetti che riguardano il mondo delle persone diversamente abili: è stato infatti direttore esecutivo dell’ufficio dell’Arizona per gli americani con disabilità. Ken si è cimentato pure nell’attività di scrittore: l’opera “Tlc-Trs: tender loving care. The real stuff” porta la sua firma.

Un libro che parla di persone preziose che si incontrano nella vita, amore disinteressato, fede e di come la libertà di migliorare la condizione umana richieda il rispetto reciproco. Amante della pittura, ha realizzato diversi ritratti. Una figura poliedrica che ha affrontato una condizione difficile col sorriso. Lascia la moglie Daniela Manzini, di Venezia, i cognati Sandra e Giorgi, gli adorati nipoti Mattia e Filippo e tanti amici italiani.

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