Addio a Fides Romanin, portabandiera italiana alle Olimpiadi di Oslo ’52

UDINE. La leggenda se n’è andata. Serenamente, tra le sue montagne, dove aveva voluto tornare e da dove 67 anni fa era partita per un’avventura incredibile, che l’ha fatta entrare negli annali dello sport italiano.
A Forni Avoltri l’altra notte si è spenta Fides Romanin. Avrebbe compiuto 85 anni a novembre: alle Olimpiadi 1952, a 17 anni e mezzo, fu la portabandiera della spedizione azzurra di Oslo, prima nella storia anticipando di qualche mese Miranda Cicognani alfiere per l’edizione estiva di Helsinki, lei che fino alla stagione precedente si era fatta notare solo in qualche garetta dell’alta val Degano e dintorni.
Un giro di pista col tricolore orgogliosamente stretto tra le mani che l’aveva fatta entrare direttamente nella leggenda, prima ancora di competere (alla grande) con le gigantesche rivali dello sci da fondo, disciplina che all’epoca, molto più che in questi tempi moderni, vedeva i paesi scandinavi come padroni assoluti.

Nonostante gli acciacchi della vecchiaia, la signora Fides era rimasta orgogliosamente aggrappata al suo mondo, quello dello sport, grazie al carattere tipico della gente di montagna.
Un esempio? Due inverni fa, alla vigilia delle Olimpiadi coreane, sicura ci aveva detto di essere pronta a gustarsi le gare di sci, nordico e alpino, sì perché lei aveva fatto anche competizioni sugli sci larghi (memorabile una sua trasferta sulle nevi dell’Etna per una gara di slalom), di guardare con simpatia alla biatleta emergente Lisa Vittozzi, la sappadina che si allena sulle “sue” piste di Forni Avoltri, e di guardare con curiosità e ammirazione un altro fenomeno, questa volta della discesa, Sofia Goggia.
Morale della favola, o della leggenda fate come volete: la Vittozzi a 23 anni si prese una medaglia in staffetta nel biathlon e la Goggia l’oro nella libera.
Del resto, Fides di talento e talenti se ne intendeva. Anche se il talento senza un’altra componente fondamentale non può nulla: la fatica.
«Che è quella cosa che ti aiuta a essere forte. E senza sacrifici forte non diventi», diceva sempre. Sacrifici, roba che nella Carnia del dopoguerra andava di pari passo con vita, pane, sopravvivenza. Era il 1950, la Fisi si guardava intorno per cercare talenti da preparare per le Olimpiadi di Oslo.
In paese spronano Fides: vai a Sappada, sei forte sugli sci, c’è una gara, cercano talenti. Detto, fatto e via con l’avventura. Pantaloni da sci? Non scherziamo.
Glieli diedero in prestito. Gareggiò, arrivò seconda dietro alla triestina Ildegarda Taffra, che volerà con lei in Norvegia due anni dopo e diventerà l’amica di una vita, si fece notare dalla Federsci e portò a casa una cassa di liquori che poi barattò con l’albergatore di Forni per farsi un paio di pantaloni da sci.
Poi, nel 1951, le gare a Stoccolma (in treno) e l’anno dopo in aereo, mica uno scherzo per l’epoca, Oslo. Gareggiò nella 5 km, la tecnica era solo la classica all’epoca, e pure nella distanza doppia ma solo perché la Fisi truccò la carta d’identità per farla diciottenne. E la bandiera.
«Vieni qui tu, prendi la bandiera, stringila forte, cammina dritta, fai il giro di campo e, mi raccomando quando arrivi davanti alla tribuna reale inchinati e abbassa la bandiera davanti al re di Norvegia», le disse il presidente del Coni, Giulio Onesti.
Lei obbedì, fece tutto, prendendosi un rimbrotto solo perché masticava un chewing-gum (ottenuto da un americano), roba mai vista fino ad allora.
L’attuale presidente del Coni, Giovanni Malagò, piangendo la scomparsa della Romanin, che partecipò anche alle Olimpiadi di Cortina nel 1956 (fu ottava nella staffetta), interpretando i sentimenti dell’intero sport italiano, l’ha definita «una protagonista indimenticabile, per sempre nel firmamento del movimento italiano».
Illuminanti le parole di una dei quattro figli di Fides, Maria: «Ci ha insegnato a non avere mai paura e ad avere fiducia nel prossimo. Ed era orgogliosa della sua carriera, soprattutto perché lo sport le aveva dato vittorie, ma soprattutto la possibilità di stringere amicizie, come quella con la rivale Taffra, durate una vita».
Fides, che perse l’amato marito Paolo da giovane, lascia i figli Donatella, Umberto, Laura, Maria e otto nipoti. I funerali saranno celebrati venerdì 25 ottobre, alle 15, nella parrocchiale di Forni Avoltri. —
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