Addio a Eliseo Moras «Uomo di fabbrica» fondatore dell’Arros

PRATA. Lutto nell’imprenditoria locale: il giorno di Pasqua, a 67 anni, è deceduto Eliseo Moras, titolare del gruppo Arros. Le esequie – in forma civile e strettamente riservata – si sono tenute ieri nella casa funeraria di Gorgo al Monticano.

Nato ad Albina di Gaiarine, Eliseo Moras viveva da sempre a Oderzo. Iniziò a lavorare a 13 anni, partendo da zero sino ad arrivare alla guida del gruppo Arros, realtà operante nei settori dell’arredamento, dell’agricoltura, dell’edilizia e finanziario. Noto soprattutto per essere il titolare dei mobilifici Rossetto Arredamenti e Armobil – che recentemente, per scelta aziendale della famiglia, hanno cambiato il loro oggetto sociale trasformandosi in immobiliari e puro commercio di mobili – Eliseo Moras ha avuto la lungimiranza, negli anni ’80, di differenziare le attività imprenditoriali permettendo al gruppo nel suo complesso di bypassare la crisi del mobile. Grazie alla sua passione per la verniciatura, il vetro e le essenze, unite ad una dote innata di saper cogliere in anticipo le tendenze, Moras ha creato tra gli anni ’80, ’90 e 2000 le più famose collezioni di arredamento su scala mondiale. Leader, in particolare, nel mercato russo e degli Emirati Arabi, ha fondato anche una filiale negli Usa e una ad Hong Kong.

Era un industriale di altissimo calibro, ma si è sempre definito un artigiano, un uomo di fabbrica. «Ha interamente dedicato la sua vita al lavoro e alla famiglia, ha fatto della correttezza e dell’essere un “Signore” la sua cifra», ricordano la moglie Alfonsina e le figlie Martina e Sabrina. «La sua onestà, la sua semplicità e cortesia erano note tra chi ha avuto modo di conoscerlo, così come la sua generosità. Si era ritirato a vita privata quando la malattia lo aveva colpito, lottando fino alla fine con una lucidità impressionante. Di natura molto riservata e schiva, ha espressamente chiesto una cerimonia privata. Il suo desiderio era di essere ricordato per come era prima che la malattia si accanisse su di lui». —

C.St.

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