Addio a Ceccarelli, l'autista diventato presidente: passione e garbo hanno guidato l'imprenditore illuminato

UDINE. Determinazione, passione, correttezza e, soprattutto, perla quasi introvabile in un mondo sempre più fatto da sbraitanti e sgomitanti aspiranti protagonisti anche nello sport, garbo.
Si, Bernardino Ceccarelli era imprenditore illuminato, mecenate dello sport appassionato e soprattutto persona garbata. Così è diventato un protagonista del mondo imprenditoriale friulano e dello sport. Aveva passione, sia che si giocasse a pallavolo, si corresse in bici o su una pista di atletica. L'importante è che si lottasse per vincere con determinazione, correttezza ed educazione.
Cominciò da volontario nella Libertas Ceresetto. Anni ‘60, ciclismo. Lui, autista, guidava il furgone che portava alle corse gli atleti. Modena, Bulfoni, Casella e Ceccarelli: ecco il poker di dirigenti che poi diventeranno il perno della Libertas regionale, il “braccio sportivo” della Democrazia Cristiana di cui “il presidente” e’ stato guida per decenni.
Generazioni di atleti delle discipline più diffuse hanno imparato i valori di Ceccarelli: determinazione, passione e correttezza. L’autista diventato imprenditore nella laboriosa, difficile, ma anche elettrizzante fase della ricostruzione post terremoto - quando il Friuli era diventato una locomotiva economica del Paese - grazie alla sua Mariarosa, vista giocare e imperversare “in banda” su un campo di volley a Basiliano, è entrato nel mondo di schiacciate, muri, alzate della pallavolo. Era il 1977. Ecco la Libertas Martignacco, diventata in breve tempo un’istituzione sportiva in Friuli.
Tre anni fa la cavalcata in serie A2 femminile. Per quelle ragazze “il presidente” era un nonno autorevole e premuroso. “Niente piercing e tatuaggi, tanta determinazione, passione e correttezza”, diceva. Sceglieva personalmente le sue atlete, le pungolava e coccolava. Proprio come i dipendenti della sua azienda, quasi 200, guidati in primavera nella difficile fase del lockdown con ordini di spedizioni quasi azzerati.
Lo sport deve essere maestro di vita, diceva sempre. Non a caso molte delle sue atlete negli anni hanno lavorato nella sua azienda. Sport maestro di vita.
“Il mio desiderio è che il nome di Martignacco e della Libertas siano sempre tenuto alti a livello locale e nazionale. Che il nome della provincia di Udine e del Friuli siano onorati al meglio”, aveva detto al nostro giornale qualche giorno fa sapendo che non ci sarebbero state altre interviste.
Tranquillo presidente, i semi della determinazione, della passione per lo sport (e per il lavoro), della correttezza li ha ben piantati nel suo Friuli. E grazie.
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