Acqua potabile solo quando tornerà il sole

TOLMEZZO. «Niente acqua potabile fino alla fine del maltempo». È il presidente di Carniacque, Fabrizio Luches, ad avvertire la popolazione. Cinque i Comuni interessati: Arta Terme, Cercivento, Paluzza, Sutrio, Tolmezzo e Zuglio. Esiste infatti un problema di fondo sull’opera di presa del Fontanon: «Le piogge abbondanti alzano il livello di falda e l’acqua passa in cavità normalmente asciutte riempendosi di limo», precisa Luches. Soluzione? «Rifare l’opera di presa e inserire sistemi di filtraggio a monte – ribatte –, ma quell’infrastruttura non è nostra». E infatti la presa del Fontanon è di proprietà del Consorzio acquedotto Valle Alto But, ormai in liquidazione. Già nel 2012 l’intera vallata del But si era trovata a fare i conti con acqua non potabile. Perché «il livello di falda si alza e tende a sporcarsi con limi o fanghi e si intorbidisce – ribadisce Luches –. A prescindere dal fatto che stando alle analisi la potabilità è entro i limiti, per precauzione è meglio bollire l’acqua prima di berla. Un’operazione da fare fintanto che dura il maltempo».
Insomma, in questo caso la potabilità dell’acqua non è imputabile a una scorretta gestione, ma «un fatto naturale dovuto a eventi eccezionali in cui l’acqua si lorda di sostanze che normalmente non entrerebbero all’interno della vasca di carico – prosegue il presidente di Carniacque, nominato da quattro mesi –, ma il livello della falda più alto porta l’acqua nelle cavità sotterranee del monte Coglians. Cavità per lo più sconosciute e normalmente a secco. Purtroppo non è possibile filtrarla a monte perché la nostra è una gestione provvisoria in attesa di conoscere il destino del Consorzio». Proprio perché Carniacque è consapevole del «dissesto dell’infrastruttura, su cui il Consorzio non ha fatto interventi di manutenzione neanche ordinaria», dice Luches, ha promosso insieme a Iris acque di Gorizia, alla Provincia dell’Isontino e alla Regione Fvg un progetto sul programma comunitario Life. «Per la parte di competenza della Carnia è prevista un’opera di sistemazione della conduttura per ridurre e controllare le perdite, e al contempo risparmiare sui consumi energetici di pompaggio dell’acqua», spiega il presidente. Si stima infatti che l’acquedotto perda circa il 70% della portata. Ecco perché l’optimum sarebbe «rifare l’opera di presa e inserire sistemi di filtraggio a monte», sostiene Luches –. Ma non ci sono i soldi.
Michela Zanutto
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