Acqua, la sfida di 26 Comuni: "Manteniamo la gestione"

SAN VITO. Una battaglia per conservare l’esperienza dell’unico ambito interregionale in Italia a governo del servizio idrico integrato, ma anche per porre fine ai costanti aumenti delle tariffe per sostenere gli investimenti su fognature, depuratori e acquedotti.
Sfide lanciate dai 26 Comuni tra Fvg e Veneto dell’ambito interregionale del Lemene. Ieri, nella Giornata mondiale dell’acqua, il sindaco Antonio Di Bisceglie, il presidente di Catoi Lemene, Marcello Del Zotto, e il direttore Renato Villalta hanno fatto il punto sul futuro.
Assemblea da mantenere. Per Di Bisceglie, i principi di conservazione, protezione, sviluppo sostenibile e gestione corretta dell’acqua, a livello locale, sono applicati al meglio grazie all’ambito interregionale. La Bassa pordenonese è una realtà ricca d’acqua («Più buona che altrove», ha aggiunto il sindaco), che rifornisce anche realtà del Veneto orientale.
«Come vuole la legge Galli, la gestione non segue i confini amministrativi, ma i bacini idrografici – dice il sindaco –. Per questo fu deciso di formare l’ambito del Lemene, l’unico interregionale in Italia, anziché aggregarci a livello provinciale. Ma quest’ambito è in via di superamento, perché la Regione Fvg ha costituito un bacino unico regionale. Ha compreso i Comuni del Veneto orientale, ma questi non si sentono salvaguardati al meglio».
Da qui il pressing su assessori e tecnici di Fvg e Veneto: «Le Regioni – continua Di Bisceglie – rinnovino l’intesa per conservare l’interregionalità del nostro ambito sotto forma di assemblea locale». La riforma del settore prevede infatti, nell’ambito unico, assemblee territoriali con un certo peso. «Le Regioni devono riconoscere la peculiarità del territorio – aggiunge Del Zotto –, consentendo di proseguire il lavoro sin qui portato avanti».
Tariffe da bloccare. La società di gestione, Livenza Tagliamento Acque, con la riforma potrà creare sinergie con le altre società. Ma ciò non basterà per porre freno all’aumento delle tariffe, a fronte degli investimenti programmati. Nel 2016, nel bacino, l’incremento è stato in media del 5,9 per cento, nel 2017 sarà del 5,6, nel 2018 del 4,7 e nel 2019 del 3,9.
«Le Regioni – indica Di Bisceglie – devono garantire la copertura degli investimenti su depuratori e nuove condotte di separazione delle fognature. Non è sostenibile aumentare ancora le tariffe». D’accordo Del Zotto.
Gli investimenti. Le risorse sono necessarie per evitare infrazioni di norme sempre più severe su depurazione e fognature. A fronte di strutture che, come ha messo in evidenza Villalta, presentano carenze. In questo senso, il piano d’ambito prevede investimenti per 420 milioni di euro in 30 anni. Nel 2017 per circa 17, nel 2018 per 13,5 e nel 2019 per 14,5.
A San Vito, quest’anno sono previsti nuovo acquedotto per il carcere (100 mila euro), potenziamento del depuratore (un milione) e risanamento fognario (400 mila). Tra San Giorgio e Valvasone, in due anni, 690 mila euro per collegare la rete fognaria al bacino servito dal depuratore sanvitese. Interventi importanti, quest’anno, anche a Cordovado, Sesto, Valvasone e San Martino.
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