Accoltellò il medico, perizia psichiatrica

San Vito, il giudice ha affidato l’incarico per stabilire se al momento del fatto l’indagato fosse capace d’intendere e volere

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. È stata disposta una perizia psichiatrica sul giovane di 23 anni che ha accoltellato lo scorso 13 novembre un medico sanvitese nella sua abitazione. Ieri mattina si è tenuta l’udienza per il conferimento dell’incarico, affidato dal gip Eugenio Pergola al dottor Angelo Cassin.

L’indagato per tentato omicidio, assistito dall’avvocato Valter Buttignol, e la parte offesa, difesa dall’avvocato Luigi Bavaresco, hanno nominato un proprio consulente di parte: rispettivamente Francesco Piani e Carlo Schenardi. Il pm Pier Umberto Vallerin, titolare dell’inchiesta, intende innanzitutto appurare se il giovane sia capace di affrontare il processo. Nel caso in cui emerga dalla consulenza che così non sia, il procedimento penale verrebbe automaticamente sospeso.

In secondo luogo lo psichiatra dovrà accertare se il giovane, quando ha aggredito il medico, fosse capace di intendere e di volere. In terzo luogo, qualora la risposta fosse affermativa, il dottor Cassin dovrà esprimere una valutazione sull’eventuale pericolosità sociale del ragazzo. Le parti si ritroveranno il 19 luglio per discutere l’esito della perizia.

Attualmente l’indagato è in carcere. La difesa sta cercando una sistemazione alternativa per il giovane.

Il pm Vallerin intende inoltre acquisire gli atti relativi al procedimento penale dinanzi al tribunale collegiale di Pordenone dove i ruoli sono invertiti: il giovane è parte offesa e il medico, invece, è nelle vesti di imputato.

Quella sera di novembre il medico ha aperto la porta, convinto di trovarsi di fronte un’amica, che aveva da poco lasciato l’abitazione, e invece c’era il ragazzo. Da quanto si è appreso, il giovane gli ha chiesto dei soldi. Fingendo di abbracciare il medico in realtà lo ha pugnalato con più fendenti alle spalle. Il ragazzo ha vagato per circa cinquanta minuti per le vie del paese, dopo aver abbandonato in via Sant’Urbano i vestiti e le scarpe insanguinati e si è presentato alla stazione dei carabinieri con un paio di pantaloni del pigiama, verso l’una di notte.

«Sono esasperato», ha confessato ai carabinieri di San Vito al Tagliamento, senza però riuscire a spiegare che cosa significasse. Il coltello non è mai stato trovato, nonostante i militari dell’Arma abbiano cercato a lungo l’arma del delitto con i metal detector nei campi lungo il tragitto compiuto a piedi quella notte dal ragazzo dall’abitazione del medico fino alla caserma.

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