Abiti da sposa e parrucchiera le scommesse in centro e in periferia

Non solo H&M in città. Gli abiti da sposa raddoppiano gli spazi vendita, mentre le attività commerciali della periferia si adattano e si rinnovano per offrire un servizio sempre più mirato....

Non solo H&M in città. Gli abiti da sposa raddoppiano gli spazi vendita, mentre le attività commerciali della periferia si adattano e si rinnovano per offrire un servizio sempre più mirato. Nonostante la crisi, sono diversi gli imprenditori udinesi che non si scoraggiano e cercano d’investire per rivitalizzare la città. È il caso dell’Atelier Zukker di via Deganutti (foto). Il negozio di abiti da sposa da 20 anni occupa il civico 3 della strada e, dopo aver ampliato i locali ora offre una maggiore selezione di modelli anche in esposizione. «Il locale vicino era sfitto da tempo e ho deciso di approfittare per sviluppare la mia attività – spiega Francesca Buzzi, la titolare –. Non nascondo di essere andata incontro a qualche sacrificio – aggiunge –, ma credo al centro città e quello di Udine è una chicca. E poi largo dei Pecile è una bella area dove i commercianti sono molto uniti». Sempre più difficile fare affari invece in periferia, dove, complice anche la presenza di molti centri commerciali, nessuno è più disposto a scommettere in nuove attività. Teresa Altomare, parrucchiera, da 20 anni gestisce in via Santo Stefano il proprio salone, che ha da poco rinnovato dando un restyling anche al brand commerciale: «Semplicemente». «Era un’occasione per stimolare la mia attività: i tempi non sono facili e questo è un quartiere popolare – sottolinea Teresa –, dove spesso è complicato trovare ulteriori clienti. Le zone periferiche stanno morendo, a maggior ragione con il proliferare di centri commerciali. Nonostante le difficoltà rimango perché anche i rioni popolari hanno bisogno di servizi e in questo è fondamentale la collaborazione tra i pochi commercianti sopravvissuti». Tra i negozi che ce la fanno, anche qualcuno che chiude. «Senza l’aiuto di chi ama musica e cultura, negozi come questo chiudono...»: da anni compariva questa scritta sulla porta d’ingresso di «Stylus phantasticus», spazio dedicato alla musica classica di via dei Calzolai. Alla fine Francesco Senatore si è arreso. (g.z.)

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